Due morti ed evacuazioni di massa in Grecia per effetto degli incendi che divampano nel nord-est del Paese, nelle isole di Evia e Kythnos e nella regione di Boeotia a nord di Atene, con un fronte sempre più ampio. Ad alimentarli è un pericoloso mix di forti venti e alte temperature, con massime di +41°C. I fronti attivi, ha spiegato un portavoce dei vigili del fuoco, sono 9, e la situazione è “simile a quella di luglio“: in quella occasione, gli incendi hanno colpito soprattutto l’isola di Rodi, provocato 5 vittime e costringendo alla fuga migliaia di turisti e abitanti. Ieri sera è stata decisa l’evacuazione dell’ospedale di Alexandroupolis, citta’ portuale del nord-est della Grecia, dove le fiamme imperversano da ormai 4 giorni. La guardia costiera ha dichiarato di aver trasferito 65 pazienti su un traghetto in attesa al porto della città.
Sull’isola di Evia, vicino alla capitale, i funzionari hanno evacuato ieri sera la città industriale di Nea Artaki, dove l’incendio ha danneggiato allevamenti di pollame e maiali. Le fiamme stavano minacciando anche il parco nazionale di Dadia, dove e’ stato ritrovato il corpo di un uomo privo di documenti. Sempre ieri, nella regione di Boeotia è stato trovato morto anche un anziano pastore. La Dadia è una delle aree protette più importanti d’Europa, offre un habitat ideale per uccelli rari e ospita l’unica popolazione riproduttiva di avvoltoi neri dei Balcani. Nella Macedonia orientale, un incendio ha bruciato oltre 8.500 ettari.
L’Unione europea ha annunciato l’invio di due aerei antincendio con base a Cipro e di una squadra antincendio rumena attraverso il meccanismo di protezione civile del blocco. Le condizioni molto calde e secche che aumentano il rischio di incendio persisteranno fino a venerdì, secondo i meteorologi.