Incendi alle Hawaii, bilancio sempre più drammatico: 60 italiani nell’arcipelago, sono tutti vivi

E' destinato a salire ancora il numero dei morti per gli incendi che hanno colpito le Hawaii, non ci sono italiani tra le vittime
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E’ di almeno 55, numero destinato a salire, il bilancio delle vittime dei maxi incendi nelle Hawaii. Il rischio è che diventi il peggiore nella storia recente dell’arcipelago americano. Le fiamme hanno divorato case, aziende e persino barche sull’isola di Maui e hanno quasi spazzato via la storica città di Lahaina, ex capitale del Regno delle Hawaii nel XIX secolo. È “una catastrofe”, spiega il governatore delle Hawaii, Josh Green. “Quello che abbiamo visto è stato probabilmente il più grande disastro naturale nella storia dello Stato delle Hawaii”, conferma.

È probabile, prevede, che il bilancio dei morti “superi quello dello tsunami del 1960 (61 vittime)”. Secondo il sindaco della contea di Maui, Richard Bissen, i corpi sono stati trovati “fuori” dalle case e dalle aziende. “Non abbiamo ancora cercato all’interno degli edifici”, spiega alla NBC. I soccorritori stanno cercando i dispersi e la California ha annunciato l’invio di squadre a supporto del personale locale. Il presidente Joe Biden ha sentito Green e dichiarato lo stato di calamità naturale alle Hawaii, che consentirà di erogare ingenti aiuti federali per finanziare i soccorsi, gli alloggi di emergenza e la ricostruzione. Di Lahaina è rimasta soltanto la cenere.

Alcuni residenti, traumatizzati dalla rapidità degli Incendi, hanno raccontato di essere dovuti fuggire in pochissimo tempo e hanno iniziato a porsi domande sull’efficacia del sistema di allerta alle Hawaii, soprattutto perché il numero di emergenza ha smesso di funzionare in alcune regioni al momento del disastro e le interruzioni di corrente hanno colpito diverse aree.

“Abbiamo visto il fumo da lontano. Quando siamo entrati in casa, nel giro di uno o due minuti, il fumo nero stava penetrando nell’abitazione. Dovevamo sbrigarci, così abbiamo preso quello che potevamo, le cose importanti. Abbiamo preso l’auto, potevamo vedere le fiamme nelle case dei vicini, le loro case erano già in fiamme”, racconta all’AFP Saraí Cruz, 28 anni, che lavorava in uno dei ristoranti più “squisiti e popolari” di Front Street a Lahaina, afferma. Secondo i residenti citati dai media statunitensi, le sirene che dovrebbero suonare in caso di terremoto, tsunami o incendio non sono state attivate.

Claire Kent, che lavora a Lahaina, ha confessato al New York Times di aver avuto un attacco di panico dopo un’esplosione, alla vista del denso fumo nero. Alimentati dai venti alimentati dalla forza dell’uragano Dora, che sta attraversando l’Oceano Pacifico, gli Incendi si sono diffusi così rapidamente che la popolazione è stata colta di sorpresa: decine di residenti si sono gettati in mare per sfuggire alle fiamme, secondo quanto riferito dalla guardia costiera. Le fiamme si sono diffuse in parte a causa della vegetazione particolarmente arida di Maui, che in primavera ha registrato precipitazioni inferiori alla media e temperature più alte del solito. In un telegramma inviato al nunzio apostolico nelle isole, Papa Francesco si è detto “profondamente addolorato” e ha espresso la sua “solidarietà” alle vittime.

“L’Italia è vicina agli Usa per gli incendi che stanno devastando le Hawaii e la loro natura incontaminata. Sono almeno 36 i morti. Gli italiani sull’arcipelago sono circa 60 e li stiamo rintracciando. Le autorità americane ci hanno confermato che tra le vittime non ci sono connazionali”, ha scritto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

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