L’incendio che dal 15 agosto sta devastando l’isola spagnola di Tenerife, nel popolare arcipelago turistico delle Canarie, è stato “stabilizzato per la maggior parte”, ma non è ancora sotto controllo. Lo hanno dichiarato le autorità locali. L’incendio “non è ancora sotto controllo, tutt’altro, ma la maggior parte è stata stabilizzata”, ha dichiarato il responsabile dei servizi di emergenza dell’arcipelago, Manuel Miranda, in una conferenza stampa a Santa Cruz de Tenerife, la capitale dell’isola.
Con quasi 15mila ettari ridotti in cenere, pari a circa il 7 per cento della superficie dell’isola, questo incendio è il più grande in Spagna dall’inizio dell’anno. “È stata una battaglia estremamente difficile, che fortunatamente i servizi di emergenza stanno vincendo al momento”, ha aggiunto Miranda. Circa 300 vigili del fuoco e soldati, con il rinforzo di 18 mezzi aerei, sono al lavoro per cercare di porre fine all’incendio scoppiato la sera del 15 agosto in una zona montuosa dell’isola.
La catastrofe, che ormai si estende su un perimetro di circa 90 chilometri, ha portato, nel momento culminante del disastro, all’evacuazione di oltre 12.000 persone, molte delle quali già autorizzate a ritornare alle proprie case.
Oggi sono ancora 3.109 le persone evacuate, ha precisato durante la conferenza stampa il capo della Protezione Civile del governo delle Canarie, Montserrat Román. Lunedì, durante una visita a Tenerife, il primo ministro Pedro Sánchez ha annunciato che sarà dichiarato lo stato di calamità naturale nelle zone interessate, al fine di accelerare le misure di aiuto alla popolazione.
L’incendio è scoppiato dopo che un’ondata di caldo ha colpito l’arcipelago delle Canarie. Nel 2022, 300.000 ettari sono stati distrutti da più di 500 incendi in Spagna, un record in Europa, secondo il Sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi (Effis). Dall’inizio dell’anno in corso, secondo la stessa fonte, il paese ha registrato 340 incendi che hanno devastato quasi 80.000 ettari.