La foresta amazzonica smetterà di essere il polmone verde del mondo | FOTO

A causa del cambiamento climatico e della deforestazione, la foresta amazzonica è destinata a dissipare sempre più emissioni di CO2
foresta amazzonica
MeteoWeb

La capacità della foresta tropicale amazzonica di dissipare le emissioni di CO2 è diminuita negli ultimi anni, a causa della deforestazione e del cambiamento climatico, secondo un recente studio pubblicato sulla rivista Nature. La deforestazione illegale è aumentata dell’80% dal 2019 (rispetto al periodo 2010-2018), a causa di cambiamenti nella politica delle forze dell’ordine. Luciana Gatti e colleghi hanno confrontato il bilancio di carbonio dell’Amazzonia nel 2010-2018 con quello del 2019-2020; nel periodo più recente, le politiche pubbliche per il controllo della deforestazione si sono ridotte.

Gli autori dello studio hanno stimato che le emissioni di carbonio in Amazzonia sono aumentate da una media di 0,24 petagrammi (equivalenti a 240.000.000 tonnellate) di carbonio all’anno tra il 2010 e il 2018 a una media di 0,44 e 0,52 petagrammi di carbonio rispettivamente nel 2019 e nel 2020. La deforestazione è aumentata dell’82% e le aree bruciate del 14% nel 2019, e del 77% e 42% rispettivamente nel 2020 rispetto alla media 2010-202018. Le notifiche di infrazioni sulla vegetazione (soprattutto per ciò che concerne la deforestazione illegale) sono diminuite del 30% nel 2019 e del 54% nel 2020.

I cambiamenti nelle politiche federali delle foreste amazzoniche

Gli esperti fanno notare che molte politiche federali di protezione ambientale in Brasile sono state smantellate entro il 2019 e il 2020. Gli studiosi suggeriscono che i cambiamenti nell’applicazione della politica ambientale potrebbero aver influito sull’equilibrio di carbonio dell’Amazzonia. Gli autori dello studio suggeriscono, inoltre, che l’aumento delle emissioni di carbonio, l’essiccazione e il riscaldamento globale osservati nelle foreste amazzoniche a causa della deforestazione e dell’incendio potrebbero aumentare la vulnerabilità agli incendi e il degrado delle foreste adiacenti.

L’Amazzonia ospita la più grande foresta tropicale del pianeta e ha dimostrato di essere un importante dissipatore di carbonio negli ultimi anni. La foresta amazzonica rappresenta circa il 50% della foresta tropicale globale e contiene circa 90 PgC in superficie e sotto terra biomassa vegetazione. In Amazzonia, le relazioni tra ecosistema che viene denominato “polmone verde del mondo” e i cicli dell’acqua e il clima sono complessi.

Le attività antropiche alterano le interazioni ecosistema-clima

Diversi studi hanno stimato che l’evapotraspirazione è responsabile fino al 50% del ricircolo dell’acqua nelle precipitazioni nella foresta amazzonica. Idrologicamente, l’Amazzonia è una delle tre principali aree di risalita dell’aria nei tropici con precipitazioni medie di circa 2.200 mm all’anno. Le attività antropiche alterano queste interazioni ecosistema-clima. Negli ultimi 40-50 anni, l’impatto umano ha sempre più colpito l’Amazzonia, con una conseguente perdita della foresta di circa il 18%, di cui il 14% è stato convertito principalmente a terreni agricoli (89% pascoli e 10% colture).

La deforestazione è aumentata dell’80% dal 2019 rispetto al periodo 2010-2018. Gli esperti hanno analizzato come questi cambiamenti influenzino la quantità di carbonio dissipato in Amazzonia e come siano collegati alla deforestazione e agli incendi. La deforestazione riduce l’evapotraspirazione e le precipitazioni, mentre aumenta la temperatura. Inoltre, la deforestazione regionale a causa degli incendi e l’abbattimento selettivo provoca il degrado delle foreste adiacenti, e la crescente vulnerabilità agli incendi. Il riscaldamento regionale e globale
sono sinergici e si rafforzano a vicenda.

L’aumento del 122% delle emissioni di carbonio nel 2020

Le emissioni complessive di carbonio dell’Amazzonia nel 2019 e 2020 sono paragonabili a quelle durante l’evento estremo di El Niño del 2015/16, durante il quale il tasso di crescita delle emissioni di CO2 atmosferica è stato uno dei più alti mai misurati. Nel 2019, le condizioni climatiche non hanno potuto spiegare l’aumento della deforestazione dell’82%, di cui il 14% a causa degli incendi con un aumento delle emissioni di carbonio del 89%, con temperature variabili nel periodo 2010-2018 e, durante la stagione umida, quando è stato osservato un debole El Niño (con valore indice massimo +0,7/caldo).

Nel 2020, durante la stagione secca, un moderato fenomeno de La Niña (con valore massimo dell’indice 1.3/freddo) che è stato osservato ed anche nella precipitazione anomala dall’Istituto nazionale di meteorologia (INMET). L’aumento del 122% delle emissioni di carbonio nel 2020 è la combinazione dell’aumento del 77% della deforestazione e del 42% della foresta bruciata, così come una riduzione del 12% delle precipitazioni annuali. Questa riduzione è stata principalmente nel picco della stagione umida (Gennaio, febbraio e marzo), in cui è stata osservata una perdita del 26% delle precipitazioni, con un aumento della temperatura di 0,6ºC rispetto all’anno precedente.

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