La riduzione dell’inquinamento navale contribuisce al riscaldamento globale

Gli esperti hanno scoperto che la riduzione delle emissioni di zolfo delle navi ha contribuito al riscaldamento globale, soprattutto nell'Oceano Atlantico dove il traffico è marittimo è più intenso
MeteoWeb

Un articolo pubblicato di recente su “Science” ha dimostrato come la riduzione dell’inquinamento navale abbia involontariamente contribuito al riscaldamento globale. I regolamenti imposti nel 2020 dall’Organizzazione marittima internazionale (IMO) delle Nazioni Unite hanno ridotto l’inquinamento da emissioni di zolfo delle navi di oltre l’80% e migliorato la qualità dell’aria in tutto il mondo.  Questa riduzione delle emissioni nell’aria ha però anche ridotto l’effetto delle particelle di solfato in grado di “seminare” e rendere più chiare le tipiche nubi basse che seguono la scia delle navi e aiutano a raffreddare il pianeta riflettendo i raggi solari, contribuendo al riscaldamento globale.

Questo fenomeno, studiato da diversi esperti, è più generalizzato e amplificato nell’oceano Atlantico, dove si registra un traffico marittimo molto intenso. Pertanto, nei corridoi di navigazione, l’aumento della luce non riflessa ha comportato un incremento del 50% dell’effetto di riscaldamento derivante dalle emissioni umane di carbonio. “E’ come se il mondo perdesse ogni anno l’effetto di raffreddamento derivante dalla copertura delle emissioni di un’eruzione vulcanica abbastanza grande“, ha dichiarato uno degli autori dell’articolo di “Science“, Michael Diamond, uno scienziato dell’atmosfera presso la Florida State University.

L’inquinamento navale e le nuvole di scia delle navi

Si ha però un vantaggio dalla questione: questi studi rappresentano delle prove a sostegno della possibilità di usare le nuvole per ridurre il riscaldamento globale terrestre. Dal punto di vista di Diamond, la scoperta potrebbe essere lo stimolo a raffreddare in modo significativo la Terra, rendendo più chiare le nuvole. Nel contempo, Tianle Yuan, fisico dell’atmosfera presso il Goddard Space Flight Center della NASA e i suoi colleghi in un altro studio, pubblicato lo scorso anno su “Science Advances”, avevano spiegato di aver scoperto – utilizzando l’intelligenza artificiale e 2 decenni di immagini calibrate dai satelliti Terra e Acqua della NASA – che le nuvole di scia delle navi sono diminuite di oltre il 50% nei principali corridoi marittimi dopo i regolamenti IMO.

In uno studio condotto più recentemente, gli esperti hanno fatto un ulteriore passo avanti in questa analisi, calcolando la quantità di raffreddamento associata all’effetto di schiarimento delle nuvole. Gli scienziato hanno concluso che le regole dell’IMO hanno involontariamente riscaldato il pianeta di 0,1 watt per metro quadrato.

Invece di concentrarsi sulle tracce visibili, Watson-Parris, fisico dell’atmosfera presso la Scripps Institution of Oceanography, e i suoi colleghi sono giunti a conclusioni analoghe tramite i dati sulla mappatura delle navi, in rapporto alle condizioni meteorologiche per realizzare dei modelli su come si propaga l’inquinamento delle navi. Per validare i risultati, gli studiosi hanno confrontato le nuvole in questi luoghi con le nuvole vicine prive delle emissioni inquinanti delle navi.

L’incremento del riscaldamento globale nell’Oceano Atlantico

L’anno scorso, gli autori di uno studio pubblicato sulla rivista “Nature“, avevano riferito che la riduzione delle emissioni delle navi non ha portato alla formazione di nuvole basse, ma ha anche notevolmente aumentato il volume dei cumuli gonfi più in alto nell’atmosfera, ritenuti fino ad oggi immuni all’influenza dell’inquinamento delle navi.

Un altro modo per esplorare l’impatto dell’inquinamento delle navi sulle nuvole non è quello di studiarle in modo aggregato, ma piuttosto di ingrandire i tratti oceanici, in cui i venti scorrono parallelamente alle rotte di navigazione, mantenendo bloccati i livelli di inquinamento. Un tratto con con queste caratteristiche esiste appunto nel sud-est dell’Atlantico, al largo della costa dell’Angola.

Osservando questa area dell’Oceano Atlantico tramite il monitoraggio satellitare, Diamond ha scoperto che, con un minore inquinamento, le dimensioni delle goccioline delle nuvole erano cresciute fino a raggiungere le dimensioni molto più grandi negli ultimi 2 decenni. Sulla base di questi dati, che Diamond è riuscito a estrapolare in un articolo pubblicato su “ACP“, si può affermare che le regole dell’IMO abbiano causato un riscaldamento globale analogamente a quanto registrato da Yuan.

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