I particolati inquinanti emessi dagli incendi che sono attualmente un fenomeno globale hanno notevoli ripercussioni sulla salute del cervello. Infatti, l’esposizione a queste specifiche sostanze inquinanti, ovvero i particolati Pm2.5, ad alti livelli e per periodi sia brevi che prolungati aumenta il rischio di demenze. Sono queste le conclusioni del primo vasto studio in questo ambito di ricerca, dopo un’estate caratterizzata da incendi estesi in Canada, Stati Uniti, Grecia e l’isola di Maui.
La ricerca è stata condotta per più di 10 anni su 4.105 persone all’Università del Michigan ad Ann Harbor, sulla base dei dati degli effetti sullo sviluppo delle demenze di diversi tipi di inquinanti causati da diverse attività umane e di eventi naturali. Nello studio, i ricercatori hanno provato che l’associazione più “evidente e robusta tra l’inalazione di diversi composti inquinanti e lo sviluppo di demenze è risultata quella con i particolati sottilissimi Pm2.5 dalle fiamme degli incendi“, come si legge nel relativo rapporto.
Lo studio è stato pubblicato su Jama Internal Medicine, e rivela che “oltre agli effetti più evidenti dell’ inalazione del fumo degli incendi come irritazione alla gola al naso, asma e altro, i particolati danneggiano anche i nostri cervelli“. Nei 10 anni della ricerca, il 15% dei partecipanti ha sviluppato qualche forma di demenza e la percentuale più alta di malati e stata osservata tra i più esposti al particolato Pm2.5.