Emerge da un’analisi della Coldiretti che in un solo giorno nel nord Italia si sono abbattuti addirittura 10 fenomeni estremi tra tempeste di vento, nubifragi e grandinate che hanno provocato danni nelle città e nelle campagne con tetti scoperchiati, alberi abbattuti e allagamenti. Questa indagine si riferisce ai dati Eswd (European sever weather database) sull’ondata di maltempo provocata dal ciclone dopo un lungo periodo di caldo anomalo.
“Il maltempo ha colpito a macchia di leopardo con manifestazioni violente e forti temporali dopo un lungo periodo di siccità e temperature record. Siamo di fronte – sottolinea la Coldiretti – ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo“. Il nuovo ciclone arriva in un 2023 che si classifica fino ad ora in Italia nella top ten degli anni più caldi di sempre con una temperatura superiore di 0,67°C la media storica che lo classifica al terzo posto tra le più alte mai registrate nel periodo dal 1800, quando sono iniziate le rilevazioni.
Il 2023 è stato caratterizzato dal “clima pazzo”
Inoltre, secondo l’analisi della Coldiretti sui dati Isac Cnr nei primi sette mesi del 2023 dalla quale si evidenzia peraltro che per il nord Italia si è trattato del secondo anno più caldo, con l’anomalia del periodo che è stata di ben +0,86°C superiore la media. “Il 2023 – continua la Coldiretti – è stato segnato dal clima pazzo con una grave siccità che ha compromesso le coltivazioni in campo e poi per alcuni mesi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, precipitazioni abbondanti e basse temperature ed infine dal caldo torrido a luglio e a fine agosto.
La Coldiretti continua: “Un’annata nera per l’agricoltura italiana con danni che, tra coltivazioni e infrastrutture, supereranno i 6 miliardi dello scorso anno, dei quali oltre 1 miliardo solo per l’alluvione in Romagna“. Infatti, secondo la stessa analisi di Coldiretti, i cambiamenti climatici, hanno provocato un inevitabile taglio del 10% della produzione di grano, del 14% di quella di uva da vino fino al 63% delle pere mentre il raccolto di miele è sceso del 70% rispetto allo scorso anno, e si registrano un calo anche per il pomodoro.