Missione ClearSpace: colpito da detriti l’obiettivo del primo “spazzino” spaziale

Un frammento di razzo, designato come obiettivo della missione ClearSpace dell'ESA, è stato colpito da qualche altro rifiuto, creando vari detriti più piccoli
MeteoWeb

Quando si dice ironia del destino. Il frammento di razzo che doveva essere il primo detrito spaziale a essere rimosso da una missione di ‘pulizia spaziale’ è finito per essere colpito da altri detriti. Stiamo parlando della missione ClearSpace-1 dell’Agenzia Spaziale Europa (ESA) pensata per ripulire lo spazio, che aveva identificato in un frammento di razzo il suo primo obiettivo.

L’ incidente rende ancor più evidente l’urgenza di porre rimedio al continuo aumento di oggetti in orbita e al problema dei miliardi di piccoli frammenti di spazzatura di vario genere. Oltre ai tanti satelliti, in orbita attorno al nostro pianeta ci sono miliardi di oggetti più o meno grandi: una piccola parte sono satelliti ormai vecchi di decenni, oppure malfunzionanti, mentre la maggior parte sono piccole componenti rilasciate dai lanci oppure frammenti di impatti di oggetti più grandi.

Nonostante le politiche sempre più attente al tema, ogni lancio spaziale finisce con il lasciare in orbita anche oggetti non controllabili da terra. Uno di questi è un Vespa, un adattatore a forma conica di 2 metri di diametro e una massa di 113 chili lasciato da un razzo Vega in un lancio del 2013, e che era stato individuato già da tempo come obiettivo per testare un innovativo satellite-robot, denominato ClearSpace-1, in corso di sviluppo dall’ESA per eliminare questa tipologia di rifiuti. Ma l’Ufficio dell’ESA responsabile dei Detriti spaziali ha ora riferito che l’oggetto sarebbe stato colpito da qualche altro rifiuto e sono stati osservati vari detriti più piccoli attorno al Vespa.

Nei prossimi mesi, si monitorerà la situazione per verificare le condizioni del Vespa e l’eventualità di cambiare l’obiettivo della missione ClearSpace, che sarà lanciata nel 2026. In ogni caso, l’evento dimostra l’importanza della riduzione dell’abbandono di detriti in orbita e lo sviluppo di missioni capaci di eliminarli in modo attivo proprio perché l’impatto con oggetti piccoli, quasi impossibili da eliminare, potrebbe far aumentare ulteriormente il numero degli oggetti pericolosi.

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