E’ allarme per la vera pasta Made in Italy con il grano duro italiano che viene pagato oltre il 20% in meno rispetto allo scorso anno nonostante i raccolti siano stati decimati dal clima. E’ quanto afferma la Coldiretti, in occasione della riunione del tavolo di filiera grano-pasta convocato dal Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, nel sottolineare che i compensi non coprono i costi di produzione e mettono a rischio il futuro del Granaio Italia in un momento segnato da grandi incertezze per la guerra ed il clima che rendono necessario investire invece sulla sovranità alimentare.
Da qui l’esigenza di aumentare la produzione italiana continuando a promuovere accordi di filiera per la stabilità del prezzo e la valorizzazione del grano nazionale ma anche – spiega Coldiretti – nella ricerca, indispensabile per aumentare qualità e quantità ma anche per contrastare le mutate condizioni climatiche che stanno mettendo a dura prova il comparto produttivo.
Ma occorrono anche – rileva Coldiretti – una costante analisi dei prezzi e l’aumento dei controlli, in modo da garantire in ogni caso che il prezzo del grano duro copra i costi di produzione degli agricoltori, nel rispetto della legge contro le pratiche sleali. Una spinta può venire dall’avvio della commissione unica nazionale (Cun) grano duro ma anche dalla promozione della pasta 100% italiana sostenendo l’intera filiera.
Serve poi contrastare – precisa Coldiretti – le importazioni di grano canadese aumentate rispetto allo scorso anno, nel rispetto del principio di reciprocità nelle importazioni visto che il grano canadese è prodotto attraverso una pratica vietata in Italia come l’uso del glifosate in pre-raccolto come disseccante.
Dal grano canadese al pomodoro cinese occorre che tutti i prodotti che entrano in Italia e in Europa – conclude Coldiretti – rispettino gli stessi criteri, rispettando il principio di reciprocità e garantendo così un analogo percorso di qualità nei confronti dell’ambiente del lavoro e della salute.