Alle 05:57 ora italiana dell’8 agosto, SpaceX ha lanciato altri 15 satelliti Starlink dalla Vandenberg Space Force Base in California. In rotta verso l’orbita, il razzo Falcon 9 ha fatto un buco nella ionosfera, e non è neppure la prima volta. La luce rossa, catturata da diversi osservatori, non è lo scarico del vettore: è il bagliore residuo di una reazione di scambio di carica tra lo scarico (principalmente acqua) e i gas nella ionosfera. La reazione ha annullato la ionizzazione locale fino al 70%, sostanzialmente “cancellando” la ionosfera lungo il percorso del razzo.
Una volta erano rari, ma ora i buchi ionosferici sono sempre più comuni a causa del numero record di lanci di razzi. Non tutti, però, creano queste conseguenze. Un razzo deve attraversare lo strato F della ionosfera per avviare la reazione, molti vettori spengono i motori prima di arrivarci. SpaceX, che lancia decine di satelliti Starlink ogni settimana, ha fatto diventare il bagliore rosso dei buchi ionosferici una routine.
Di seguito il filmato time-lapse di Jeremy Parez, da Flagstaff (Arizona) che ha catturato anche parte del vapore acqueo ghiacciato (azzurro pallido) che ha alimentato la reazione:
“L’interazione della ionosfera rossa si è verificata di nuovo e si è manifestata molto bene fotograficamente,” ha commentato Perez.
Per quanto ne sappiamo, i buchi ionosferici non causano danni permanenti. I radioamatori potrebbero notarli quando i segnali a onde corte non riescono ad andare oltre l’orizzonte, finendo attraverso i buchi invece di rimbalzare sulla Terra. Anche errori GPS improvvisi possono derivare dalle anomalie. Tuttavia, questi effetti sono davvero di breve durata. I buchi vengono “riparati” non appena il Sole sorge di nuovo, esponendo la ionosfera a normali quantità di radiazioni ionizzanti.