Scozia: nella nuova grande caccia al mostro di Loch Ness si useranno droni e sensori

Il prossimo fine settimana partirà una nuova caccia, in presenza e online, al mostro di Loch Ness in Scozia, con droni e sensori acustici nella speranza di avvistare il famoso Nessie
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Il fascino del mostro di Loch Ness continua a coinvolgere grandi e piccini. Tra qualche giorno, verrà avviata la più grande ricerca degli ultimi 50 anni tramite l’uso di droni e apparecchiature acustiche avanzate. Come ha riferito il Guardian, centinaia di volontari provenienti da tutto il globo si recheranno sulle sponde del lago scozzese di Loch Ness che ad oggi è ai suoi minimi livelli dal 1989 per il cambiamento climatico. La speranza è quella di avvistare finalmente Nessie, come è soprannominato affettuosamente il mostro.

Questa caccia al mostro inizierà il prossimo fine settimana, quando gli appassionati da tutto il mondo parteciperanno – in presenza e online – alla più grande caccia organizzata dal Loch Ness Center sulle tracce della misteriosa creatura. Le ricerche dureranno due giorni, si concentreranno sulla superficie del più grande specchio d’acqua dolce del Paese per volume, per cercare nell’acqua eventuali movimenti inspiegabili che possono essere associati al mostro.

La nuova caccia al mostro di Loch Ness partirà il prossimo fine settimana

In collaborazione con il gruppo di ricerca volontario Loch Ness Exploration, la caccia si doterà di apparecchiature di rilevamento mai usate in precedenza, inclusi droni per produrre immagini termiche dell’acqua dall’aria con telecamere a infrarossi. Verrà usato anche un idrofono per rilevare segnali acustici sotto la superficie. Gli scienziati e gli appassionati dilettanti cercano da anni le prove dell’esistenza di un grosso pesce come uno storione che vive nel lago, profondo 230 metri, o anche di un rettile marino preistorico come un plesiosauro, ma finora senza alcun successo.

Alan McKenna, membro di Loch Ness Exploration ogni mattina informerà i volontari in diretta su cosa cercare e come registrare i risultati. McKenna ha dichiarato: “E’ sempre stato il nostro obiettivo registrare, studiare e analizzare tutti i tipi di comportamenti e fenomeni che possono essere più difficili da spiegare.McKenna ha aggiunto: “La nostra speranza è di ispirare una nuova generazione di appassionati di Loch Ness e unendovi a questa ricerca di superficie su larga scala, avrete una reale opportunità di contribuire personalmente a questo mistero che ha già affascinato così tante persone in tutto il mondo“.

I benefici dell’iniziativa sul turismo nelle Highlands

Con il turismo nelle Highlands che sta avendo un momento di crisi, a causa della Brexit e dello spopolamento e della crisi del costo della vita, questa nuova ricerca organizzata del mitico mostro comporta un’opportunità unica per il rilancio della regione. Infatti, in questa estate 2023 c’è stato un aumento “incredibile” delle prenotazioni nei locali alberghi e della frequentazione delle varie attrazioni.

Fraser Campbell, direttore del Cobbs Group, che possiede il nuovo hotel Drumnadrochit e altri siti lungo la A82, la strada che costeggia la sponda occidentale del lago ha sostenuto: “L‘area ha molto di più da offrire di un mostro mitico. Da un lato abbiamo la montagna più alta del Regno Unito e dall’altro le più grandi aree di acqua dolce. E’ un posto fantastico e ogni stagione è diversa“. La prima volta che venne segnalata la presenza di un mostro nelle vicinanze del lago risale al Medioevo, nel 564, quando si dice che il monaco irlandese St Columba abbia incontrato una “bestia acquatica” nel fiume Ness, che scorre dal lago, e lo avrebbe cacciato via con le sue preghiere.

Nel 1933 il mostro di Loch Ness venne conosciuto in tutto il mondo

Nel 1933 il mostro divenne noto in tutto il mondo, quando l’Inverness Courier riferì dell’avvistamento di una “creatura simile a una balena” da parte di Aldie Mackay, manager dell’hotel Drumnadrochit, che una sera fece irruzione nel bar per dire ai clienti sbalorditi che aveva appena visto una “bestia d’acqua” a Loch Ness. Sempre nel 1933, George Spicer raccontò allo stesso giornale di aver visto “una forma straordinaria di animale” mentre attraversava la strada davanti alla sua auto e poi scomparire nel lago. Questo avvistamento ha segnato la creazione moderna del mito attorno a un mostro sfuggente sopravvissuto nelle profondità del lago delle Highlands, un mito più vivo che mai a 90 anni di distanza.

A partire dagli anni ’40 la creatura è stata soprannominata “Nessie” e negli anni ’60 fu istituito il Loch Ness Investigation Bureau, che nel 1972 intraprese la più grande ricerca del lago fino ad oggi. Nel 1987, l’operazione Deepscan si è dotata di apparecchiature sonar su tutta la larghezza del lago e ha affermato di aver trovato un “oggetto non identificato di dimensioni e forza insolite“.

Nel 2018 il mostro è diventato oggetto di una ricerca internazionale

Nel 2018, il mostro è diventato oggetto di una ricerca internazionale da parte di studiosi delle università di Otago, Copenaghen, Hull e Highlands and Islands che hanno realizzato un’indagine sul DNA del lago, per individuare tracce di specie insolite. Lo studio ha escluso la presenza di animali di grandi dimensioni. Per Paul Nixon, direttore generale del Centro di Loch Ness, parte del fascino duraturo della storia del mostro di Loch Ness è stata la sua accessibilità, in quanto “puoi letteralmente fermarti sulla riva del lago e farne parte“, come le centinaia di volontari che arriveranno nei prossimi giorni.

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