Nella classificazione dei temporali, le supercelle sono i tipi di temporali meno frequenti, ma anche quelli più pericolosi in termini di potenza sprigionata e potenziali danni e in questo periodo stanno colpendo soprattutto il Nord Italia. Solitamente sono peculiari delle pianure centrali degli Stati Uniti. Tuttavia nella scorsa settimana, in tutto il Nord non sono mancati fenomeni meteorologici riconducibili alle supercelle temporalesche. In meteorologia una supercella è un temporale caratterizzato al suo interno dalla presenza di un mesociclone, ossia di una bassa pressione in rotazione attorno ad un minimo barico.
Il termine “supercella” è stato coniato da due scienziati americani: Horace R. Byers e Roscoe R. Brahams. Quello che le caratterizza, spiega Vincenzo Levizzani del CNR di Bologna ha spiegato al “Corriere della Sera” che la sua particolarità: “è un cuore rotante sul proprio asse che si forma intorno a una bassa pressione molto piccola rispetto a quelle dei cicloni atlantici. Si tratta di una bassa pressione alla mesoscala di qualche centinaio di metri fino a 1-2 chilometri di diametro. La cella ruota in maniera ciclonica con un moto antiorario“.
Il fenomeno della supercella temporalesca
La rotazione antioraria è data dalla latitudine e provoca un temporale con venti molto forti e grandinate. Lo si può verificare tramite un radar doppler che permette di rilevare la formazione del meso-ciclone. Byers e Brahams con il Thunderstom project studiarono e classificarono la struttura stessa del temporale a cella.
Ma cosa accade in una supercella temporalesca? C’è un movimento dell’aria che sale (il cosiddetto updraft) formando nudi che arrivano alla stratosfera. Successivamente, c’è un movimento di corrente aria fredda che scende verso il suolo (il cosiddetto downdraft). La supercella si differenzia da un temporale multicella: “Nel multicella – come ha spiegato Levizzani ai microfoni del “Corriere della Sera” – il fronte di aria fredda che scende al suolo forma delle brezze fredde che si incuneano sotto l’aria calda, causando letteralmente la formazione di un’altra cella sullo stesso posto. In sostanza sono dei temporali a cella che si autorigenerano e che dunque possono insistere violentemente», come imprigionando un luogo.
E’ improbabile che una supercella si abbatta nello stesso luogo nel breve termine
I temporali multicella sono pericolosi ma comunque diversi, perché nella supercella temporalesca alla rotazione, si aggiunge un’altra peculiarità che la rende pericolosa: l’asse obliquo che fa sì che l’aria fredda scenda a distanza anche di 1-2 km rispetto a dove l’aria calda sale. In sostanza, un temporale normale tende a spegnersi da solo, tagliando alla base l’updraft, questo no. È lungo, vorticoso e dannoso.
Fortunatamente è improbabile, anche se non risulta impossibile, che la supercella temporalesca si verifichi nel breve termine nello stesso luogo. Antonello Pasini, fisico del clima del CNR, in un’intervista rilasciata a “Il Messaggero” ha sottolineato che il caldo soffocante al Sud e la grandine al Nord sono due facce della stessa medaglia: “Il riscaldamento climatico nel Mediterraneo, infatti, si declina in maniera molto particolare: aumenta la temperatura media e, allo stesso tempo, aumentano i fenomeni estremi“. “Oggi”, ha spiegato il climatologo, “abbiamo perso l’anticiclone delle Azzorre che fungeva da cuscinetto di aria stabile rispetto a quello Africano.”
Cosa ci aspetta in questa estate
Il contrasto termico genera nubi temporalesche grandissime, con chicchi di grandine anomali, e correnti discensionali molto forti che si trasformano in correnti orizzontali che hanno la forza di buttare giù alberi o scoperchiare case. “Qualche volta queste celle temporalesche diventano “supercelle” che iniziano a vorticare, generando tornado e trombe d’aria“, ha spiegato ancora l’esperto del Cnr. Pasini sempre ai microfoni del “Messaggero” ha concluso: “Probabilmente ci saranno altri fenomeni temporaleschi intensi. Francamente non mi preoccupa solo agosto, ma anche l’autunno“. Perché “anche se finisce l’estate il Mediterraneo continua a essere caldo e, quindi, continua ad evaporare acqua che forma le nubi e così via“.