Terremoto Centro Italia, Castelli: “il futuro dell’Appennino passa anche dalla sicurezza sismica e idrogeologica”

Terremoto Centro Italia, il Commissario Castelli: “stiamo delocalizzando perché la ricostruzione va sempre abbinata alla sicurezza”
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Queste sono aree meravigliose, il cratere è di quasi 8mila chilometri quadrati, quasi tutto il Centro Italia. Dobbiamo fare in modo che la ricostruzione si abbini a una certezza, ovvero che quel senso di incertezza possa essere ridotto”. Lo dice il Commissario alla ricostruzione post sisma del 2016, Guido Castelli, collegato con Rainews24 da Amatrice, per il settimo anniversario dal terremoto che mise in ginocchio il Centro Italia, provocando 300 vittime. “Io sono di Ascoli Piceno e siamo convinti che ci sarà una prossima scossa, il compito della ricostruzione è fare in modo che, per quanto possibile, gli edifici reggano ed evitino un ulteriore tributo di sangue – aggiunge -. Il futuro dell’Appennino centrale passa anche dalla possibilità avere una sicurezza sismica e idrogeologica”.

In questi anni abbiamo cercato di abbinare alla ricostruzione anche studi che devono poter garantire dove è possibile ricostruire“, perché “sarebbe davvero sbagliato riproporre il ‘com’era e dov’era’ quando faglie e altre situazioni di incertezza idrogeologica lo sconsigliassero”. “Devo ringraziare anche l’INGV – prosegue -, perché abbiamo sviluppato uno studio sulle faglie attive e capaci, cioè tutte quelle faglie vicino alle quali è assolutamente vietato ricostruire. Infatti, stiamo delocalizzando dopo aver accertato che vi fossero queste situazioni. Poi abbiamo avviato con l’Autorità di bacino dell’Appennino centrale uno studio sui dissesti, perché l’occasione della ricostruzione deve potersi abbinare sempre e comunque al concetto di sicurezza”.

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