Terremoto Centro Italia, Geologi Marche: “investire nella prevenzione per onorare le vittime del 2016”

"L’imprevedibilità di un evento sismico non potrà più essere un alibi per giustificare case e infrastrutture fortemente danneggiate", afferma il geologo Farabollini
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Sono passati sette anni dal sisma che ha colpito il Centro Italia, provocando la morte di 299 persone e sconvolgendo la vita di migliaia di cittadini. Lo conosciamo tutti come ‘il terremoto di Amatrice’ perché il Paese del Lazio ha pagato il tributo più alto, in termini di danneggiamento e di vittime, ma non bisogna dimenticare che l’evento colpì tutta l’alta valle del Tronto e buona parte del territorio marchigiano”. Lo scrive il Presidente dell’Ordine dei Geologi delle Marche, Piero Farabollini, in una nota affidata al sito Interris.it.

Dopo anni passati a combattere la burocrazia, con le inevitabili difficoltà insite in un processo che coinvolge 4 Regioni e 138 Comuni, oggi la ricostruzione sta finalmente procedendo a passo più spedito, sebbene non manchino le difficoltà. Una, ad esempio, legata al bonus 110%, ora 90%, che ha portato molte ditte a dare priorità a questi ultimi cantieri, mettendo in secondo piano quelli post-sisma. Dopo sette anni – continua Farabollini – è però anche giusto ricordare quanto di buono è stato fatto: quasi in tutti i Comuni del cratere ad esempio è stata completata la microzonazione sismica di terzo livello“. “Si tratta di uno straordinario lavoro di prevenzione che permette di calcolare, nel massimo dettaglio, il modo in cui il terreno reagirà alle prossime scosse sismiche”.

“Nei territori colpiti viene anche svolta un’analisi dettagliata delle aree in frana, dove di fatto è impossibile edificare. Questo significa ricostruire in sicurezza, grazie al massimo grado di conoscenza del sottosuolo oggi raggiungibile. In futuro, l’imprevedibilità di un evento sismico non potrà più essere un alibi per giustificare case e infrastrutture fortemente danneggiate“, sottolinea Farabollini. “La ricerca non deve mai fermarsi, perché i terremoti non sono evitabili né prevedibili ma i suoi effetti possono essere mitigati, studiando le caratteristiche geologiche dei territori nel massimo dettaglio possibile. Per farlo occorrono investimenti, più soldi ai Comuni, più professionisti a sostegno degli uffici tecnici, una cabina di regia a livello regionale che monitori l’andamento degli studi e delle opere di prevenzione. Investire nella prevenzioneconclude – è il modo migliore per onorare le vittime del 24 agosto 2016″, conclude Farabollini.

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