I virus diventano alleati nella sfida contro i tumori del sangue. Vengono svuotati del loro contenuto virale, in questo modo sono privi di patogenicità, cioè innocui per l’organismo, ma molto utili nel combattere il cancro. Attraverso un complesso processo di ingegnerizzazione, possono essere utilizzati come “taxi” per trasportare l’informazione genetica all’interno delle cellule immunitarie, rendendo ancora più efficace la frontiera più avanzata dell’immunoterapia, cioè la terapia cellulare con CAR T. Sono stati ottenuti risultati importanti nel mieloma multiplo, nei linfomi e nella leucemia linfoblastica ricaduta e refrattaria. E la ricerca sta analizzando questo approccio nei casi di malattia minima residua, con l’obiettivo di eradicare completamente la neoplasia ematologica. Oggi il 70% delle persone colpite da tumori del sangue guarisce oppure ottiene una remissione completa. Quindici anni fa questa percentuale non superava il 30%. L’Italia è in grado di costruire collaborazioni a livello internazionale come dimostra il XXXI Simposio della International Association for Comparative Research on Leukemia and Related Diseases (IACRLRD), uno dei più importanti congressi al mondo in oncoematologia, che si apre oggi a Bologna. L’evento è promosso dall’Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori ‘Dino Amadori’ – IRST IRCCS di Meldola, che si colloca all’interno del ‘Comprehensive Cancer Care And Research Network’ della Regione Emilia-Romagna.
“I virus possono costituire una parte essenziale dell’immunoterapia con CAR T, che si basa sui linfociti del paziente modificati geneticamente – afferma Giovanni Martinelli, Direttore Scientifico dell’Istituto ‘Dino Amadori’ e Presidente IACRLRD – Il procedimento comprende varie fasi: dalla raccolta dei linfociti T dal sangue, alla loro ingegnerizzazione con un virus, fino alla reinfusione nel paziente. L’Italia è al vertice della ricerca in questo ambito. In particolare, ogni anno, a Meldola, all’Istituto ‘Amadori’, curiamo almeno 6000 nuovi pazienti oncologici grazie a studi clinici che stanno aprendo nuove vie e circa il 45% viene da fuori Regione. La ricerca traslazionale, su cui si focalizza il Congresso IACRLRD, include tutti quegli studi che si collocano prima della pratica clinica e che permettono di definire le future strategie di cura”. I tumori del sangue più frequenti sono i linfomi, le leucemie e il mieloma multiplo, che ogni anno nel nostro Paese fanno registrare circa 35mila nuovi casi. “Oltre all’immunoterapia, oggi abbiamo a disposizione altri trattamenti molto efficaci come gli anticorpi monoclonali bispecifici, che colpiscono le cellule tumorali con estrema precisione, paragonabile a un laser – continua il Prof. Martinelli – È essenziale che i pazienti siano trattati in centri di riferimento, che possono garantire la reale applicazione della medicina di precisione grazie alla ricerca delle mutazioni genetiche e la conseguente scelta della terapia migliore. In alcune patologie, come la leucemia linfatica cronica, si ottiene quasi il 90% di remissioni durature di malattia. Anche nella leucemia promielocitica e nella leucemia con mutazioni dei geni IDH1 e IDH2 si stanno raggiungendo risultati significativi. Ecco perché è fondamentale cercare queste lesioni genetiche, a cui possono essere indirizzate terapie mirate. Il trattamento precoce di patologie come la leucemia mieloide acuta e il mieloma multiplo è un altro cardine per aumentare le guarigioni”.
“Il nostro obiettivo è anticipare le cure in fasi sempre più precoci, individuando il Mieloma Smoldering ad alto rischio, in cui i sintomi sono assenti ma il rischio di progressione in fase sintomatica è molto alto – sottolinea Claudio Cerchione, Dirigente medico ricercatore della Divisione di Ematologia dell’IRST ‘Dino Amadori’ IRCCS e Vice Presidente IACRLRD – In questi stadi, inoltre, il sistema immunitario risponde meglio alle terapie, che sono sempre più numerose e con meccanismi di azione sempre più specifici. Nel trattamento del mieloma multiplo, che colpisce ogni anno in Italia quasi 6000 persone, abbiamo assistito a una rivoluzione copernicana. Un tempo era una neoplasia difficilmente controllabile, oggi abbiamo a disposizione numerosi farmaci e combinazioni. Il risultato è la cronicizzazione della patologia, che oggi sta arrivando ad una sopravvivenza mediana di più di 15 anni. Tutto nasce dalla comprensione della biologia della malattia: sappiamo molto bene come si sviluppa, da qui terapie sempre più ‘intelligenti’ e personalizzate, che possono essere utilizzate in combinazione con sinergismi molto proficui, fin dalle prime fasi. Le nuove terapie svolgono un’azione diretta verso le plasmacellule patologiche e il ‘microambiente midollare’, primi tra tutti gli inibitori del proteosoma e i farmaci immunomodulanti. Abbiamo a disposizione anche immunoterapie di nuova generazione, sempre più selettive, come gli anticorpi monoclonali e gli anticorpi bispecifici, in attesa dell’arrivo anche nel nostro Paese delle CAR T anche nel mieloma multiplo. Inoltre, vi sono regimi del tutto chemo-free, cioè privi di farmaci chemioterapici, fin dalla prima linea di terapia. Visti gli importanti risultati raggiunti in termini di sopravvivenza, oggi possiamo affrontare aspetti come la qualità di vita dei pazienti ed iniziare a pensare che la guarigione non è più soltanto un sogno”.
“Il Congresso IACRLRD permette all’Italia di consolidare le collaborazioni con i principali centri di ricerca, come l’MD Anderson Cancer Center di Houston in Texas – conclude Giuseppe Saglio, Professore Emerito di Ematologia all’Università di Torino e Segretario Generale IACRLRD – L’obiettivo è delineare percorsi diagnostico terapeutici, che siano il più possibile omogenei a livello internazionale. Sono stati invitati 700 esperti da tutto il mondo. Sono previste sei Memorial Lecture dedicate a grandi ricercatori del passato, alcuni dei quali insigniti del Premio Nobel, proprio per i loro studi sui meccanismi che determinano lo sviluppo della leucemia. L’‘International Association for Comparative Research on Leukemia and Related Diseases’ è nata negli anni Sessanta, quando si riteneva che la leucemia fosse causata da infezioni virali, tesi poi smentita da ricerche successive. Da quel momento sono stati avviati studi importantissimi, che hanno permesso di comprendere il meccanismo che determina la leucemogenesi e di mettere a punto terapie efficaci. Oggi la leucemia è una malattia curabile, in alcuni casi guaribile, anche negli anziani e in presenza di comorbidità”.