Continua il viaggio dell’India verso la Luna dopo il lancio della missione Chandrayaan-3, partita il 14 luglio dalla base di Sriharikota. Questa volta l’agenzia spaziale indiana “ISRO è convinta di farcela”, sottolinea l’astrofisica Patrizia Caraveo. “La prossima potenza spaziale che si appresta a sfidare le insidie dell’allunaggio è l’India. La missione impiegherà circa 40 giorni a raggiungere la posizione corretta per l’allunaggio, perché segue una traiettoria a basso consumo di carburante che descrive orbite ellittiche sempre più allungate intorno alla Terra fino a raggiungere la Luna e a farsi catturare su un’orbita che sarà via via abbassata e circolarizzata“, spiega Caraveo in un intervento su Fortune.
L’astrofisica italiana ricorda che “la missione è composta da un orbiter e da un lander, completo di un piccolo rover, che, se tutto andrà bene, opereranno sulla superficie lunare per quattordici giorni, cioè per il periodo di insolazione del giorno lunare, che ha due settimane di luce e due di buio. Lander e rover non sono equipaggiati per resistere alla lunga e gelida notte lunare, mentre l’orbiter, esaurita la sua funzione di ponte radio, continuerà la sua missione scientifica incentrata sulla ricerca di pianeti extrasolari“.
“La sonda in viaggio – sottolinea – è una copia modificata e corretta della precedente missione, Chandrayaan-2, che ha finito in modo inglorioso la sua avventura il 6 settembre del 2019, andando a schiantarsi a causa di un malfunzionamento del software di controllo dell’allunaggio. I resti dell’impatto sono stati localizzati confrontando le immagini della regione ottenute dal Lunar Reconnaissance Orbiter della NASA prima e dopo il 6 settembre 2019″. “Imparata a caro prezzo la lezione, adesso l’Agenzia spaziale indiana, ISRO, è convinta di farcela”, evidenzia l’astrofisica.
“Posarsi dolcemente sul suolo lunare, manovra che fino a oggi è riuscita solo a Unione Sovietica, Stati Uniti e Cina, sarebbe un motivo di soddisfazione enorme per un Paese che vive lo spazio in un’ottica di orgoglio nazionale. Il momento della verità sarà fra il 23 e il 24 agosto quando, dopo avere raggiunto l’orbita circolare a circa 100 chilometri di distanza dalla superficie lunare, il lander effettuerà la manovra di allunaggio per raggiungere il polo sud, l’eldorado della nuova corsa alla Luna, grazie all’abbondante presenza di ghiaccio nei crateri perennemente in ombra“, spiega ancora l’astrofisica Patrizia Caraveo. “La data dell’allunaggio non è negoziabile – avverte – perché il lander deve sfruttare appieno un intero giorno lunare, lungo quattordici dei giorni terrestri“, spiega Caraveo, aggiungendo che “se qualcosa non andasse per il verso giusto ad agosto, si dovrà lasciar passare un giorno lunare e riprovare la manovra al nuovo sorgere del sole”.
“Di certo, nel momento della verità, il Premier indiano, Norendra Modi, che ha vissuto in diretta il fiasco di Chandrayaan-2, sarà al centro di controllo, per testimoniare l’importanza che il governo attribuisce al programma extra-atmosferico”, aggiunge ancora la scienziata. “Chandrayaan-3 è stato il 124° satellite nazionale lanciato dall’ISRO, un’agenzia di grande affidabilità anche grazie ai suoi lanciatori potenti ed efficaci. Lungi dal criticare le spese spaziali, la popolazione ne è orgogliosa e considera le missioni lunari quelle più meritevoli di attenzione. Ciò non toglie che nulla abbia eguagliato l’interesse per il Mars Orbiter Mission (Mom), che ha concluso l’anno scorso la sua attività in orbita marziana“, conclude Caraveo.