L’aurora boreale domani potrebbe essere visibile negli USA e spingersi fino al Colorado e al Missouri. Si prevede che una tempesta geomagnetica verra generata dall’arrivo di un’espulsione di massa coronale (CME) esplosa dalla superficie del Sole sabato 16 settembre, e diretta verso la Terra.
L’arrivo è previsto domani, martedì 19 settembre, anche se non è chiaro esattamente quando. Le previsioni a 3 giorni dello Space Weather Prediction Center della National Oceanic and Atmospheric Administration riportano che tempeste geomagnetiche classe G1 (minore) e G2 (moderata) raggiungeranno il picco tra le 6 e le 9 UTC il 19 settembre. Il modello della NASA prevede l’arrivo qualche ora più tardi, sempre il 19 settembre, secondo SpaceWeather.com.
Tempistiche incerte
Anche se i tempi non sono certi – non lo sono mai – una tempesta di classe G2 può spesso significare spettacoli impressionanti di aurora boreale. “Durante una tempesta G2 simile il 12 settembre, le aurore sono state fotografate in diversi stati degli Stati Uniti fino al sud del Colorado e del Missouri,” secondo SpaceWeather.com.
Gli esperti lanciano l’allarme
“Eruzione di un enorme filamento, proprio nella zona di impatto con la Terra!” ha twittato Ryan French, fisico solare presso il National Solar Observatory (NSO) di Boulder, in Colorado e autore di “The Sun: Beginner’s Guide To Our Local Star”. “Questo filamento probabilmente arriverà sulla Terra tra pochi giorni, si spera producendo un grande spettacolo di aurore!”
“Colpo diretto! Un filamento simile a un serpente lancia una tempesta solare ed è diretta verso la Terra,” ha twittato il fisico solare Tamitha Skov. “Aurora possibile alle medie latitudini“.
È noto che l’attività geomagnetica aumenta attorno agli equinozi tra la fine di settembre e la fine di marzo, quando la posizione dell’asse terrestre rispetto al Sole lo pone lateralmente rispetto al vento solare.
Le aurore amano gli equinozi: l’effetto Russell-McPherron
Marzo e settembre sono in genere i mesi migliori dell’anno per le aurore, come ha confermato più volte anche la NASA: in questi periodi, infatti, anche piccole raffiche di vento solare possono innescare il fenomeno. Ciò si deve all’effetto Russell-McPherron: soprattutto nei periodi prossimi agli equinozi, si aprono “squarci” nella zona di contatto tra i campi magnetici solare e terrestre, permettendo al plasma solare di raggiungere ancora più agevolmente l’atmosfera del nostro pianeta.
Cos’è il vento solare
I venti solari sono flussi di particelle cariche che fuoriescono dal Sole, dirigendosi nello Spazio. La NASA stima che questi eventi, in media, possono raggiungere velocità di circa 1,6 milioni di km/h. Provenendo dalla corona del Sole, l’atmosfera interna, i venti possono mescolarsi con il campo magnetico della Terra e innescare una serie di fenomeni, tra cui tempeste geomagnetiche, cioè disturbi della magnetosfera terrestre.
Cos’è un’espulsione di massa coronale
Un’espulsione di massa coronale (CME, acronimo dell’inglese coronal mass ejection) è un’espulsione di materiale dalla corona solare. Il materiale espulso, sotto forma di plasma, è costituito principalmente da elettroni e protoni: quando questa nube raggiunge la Terra può disturbare la sua magnetosfera.
Cos’è una tempesta geomagnetica
Quando sul Sole si verificano fenomeni di attività improvvisa e violenta, come i brillamenti, vengono emesse grandi quantità di particelle ad alta energia che viaggiano velocemente nello Spazio, a volte scagliate in direzione della Terra: questa corrente di particelle viene frenata e deviata dal campo magnetico terrestre, che a sua volta ne viene disturbato e distorto.
Quando avviene questo “impatto” la magnetosfera terrestre (la regione attorno alla Terra pervasa dall’azione del suo campo magnetico) subisce un forte contraccolpo che può causare blackout temporanei nelle reti elettriche o nei sistemi satellitari di comunicazioni. Alle tempeste geomagnetiche è anche associato il ben noto fenomeno delle aurore polari.