Le due dighe che sono crollate a Derna, provocando le inondazioni e l’ecatombe in Libia, già dal 1998 presentavano lesioni che non sono state mai riparate, secondo numerosi studi e rapporti. Lo stato delle opere, come di altre in tutto il Paese, è stato trascurato dalle amministrazioni che si sono succedute dal 2011. Sotto la pressione delle piogge torrenziali provocate dal ciclone Daniel, la prima diga, quella di Abou Mansour dalla capacità di 22,5 milioni di metri cubi, sita a 13 chilometri dalla città, ha ceduto, liberando fiumi d’acqua che hanno abbattuto la seconda diga di Al-Bilad, dalla capacità di 1,5 milioni di metri cubi, collocata ad appena un chilometro da Derna. La città è stata così travolta dalla furia delle acque, che hanno spazzato via interi quartieri, provocando, secondo le ultime stime, almeno 11mila morti e 10mila dispersi.
Le due dighe erano state costruite negli anni ‘70 da una impresa jugoslava “non per raccogliere l’acqua ma al fine di proteggere Derna dalle inondazioni“, ha detto il procuratore generale libico al-Seddik al-Sour, annunciando di avere aperto una inchiesta sulle circostanze della tragedia. Prima della costruzione delle due dighe, Derna fu ripetutamente colpita da inondazioni imponenti, soprattutto nel 1941, 1959 e 1968. Secondo il procuratore, la direzione delle dighe in Libia aveva già segnalato le lesioni alle infrastrutture dal 1998. Due anni dopo, le autorità avevano incaricato uno studio di progettazione italiano di valutare i danni alle opere, ricevendo conferma delle lesioni e la raccomandazione di edificare una terza barriera per proteggere la città di Derna.
Nel 2007, il regime di Gheddafi affidò a una ditta turca i lavori di riparazione ma la società, in assenza di pagamenti, intraprese le attività solo nell’ottobre 2010. Furono sospesi cinque mesi dopo, quando il Paese fu travolto dal vortice della rivoluzione nel 2011. Da allora, ogni anno è stato stanziato un importo per la riparazione delle dighe ma nessun governo si è curato di avviare i lavori. In un rapporto del 2021, l’ufficio di audit libico, l’equivalente di una Corte dei conti, puntava l’indice sulle “esitazioni” governative. In uno studio del novembre 2022, l’ingegnere e docente universitario libico Abdel-Wanis Ashour metteva in guardia dalla “catastrofe” che minacciava Derna se le autorità non avessero proceduto alla manutenzione.
Nonostante tutti questi avvertimenti, nessun lavoro fu avviato. Non fu una questione di fondi, considerato che la Libia dispone delle più abbondanti riserve petrolifere del continente. Ciò che ha pesato sui ritardi, rivelatisi in tutta la loro tragicità in occasione del ciclone Daniel, è stata la persistente situazione di grave instabilità politica.