Arriva il maltempo di autunno in un 2023 che è stato accompagnato da una media di quasi 11 eventi estremi al giorno lungo la Penisola, tra grandinate, trombe d’aria, bombe d’acqua, ondate di calore e tempeste di vento che hanno provocato vittime e danni. È quanto emerge dalla analisi Coldiretti per l’equinozio di autunno che cade quest’anno alle 8.49 di domani, sabato 23 settembre. Nelle zone interessate dal maltempo sono in pieno svolgimento le raccolte, dalla vendemmia al mais fino al riso ma anche ortaggi e frutta come uva, mele, pere ed ancora pesche, albicocche e susine particolarmente sensibili alle manifestazioni violente che provocano danni irreversibili, mandando in fumo un intero anno di lavoro.
A preoccupare è soprattutto la caduta della grandine nelle campagne – continua la Coldiretti – che è la più dannosa in questa fase stagionale perché colpisce i frutti in modo da provocarne la caduta o danneggiandoli in modo tale da impedirne la crescita o lasciando deformazioni tali da renderli non adatti alla commercializzazione. Un evento climatico avverso che si ripete sempre con maggiore frequenza ma a cambiare è anche la dimensione dei chicchi che risulta essere aumentata considerevolmente negli ultimi anni con la caduta di veri e propri blocchi di ghiaccio anche più grandi di una palla da tennis.
“Siamo di fronte ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo con effetti devastanti come dimostra l’alluvione in Romagna. Il 2023 – continua la Coldiretti – è stato infatti segnato prima da una grave siccità che ha compromesso le coltivazioni in campo e poi per alcuni mesi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, precipitazioni abbondanti che si sono alternati al caldo torrido”.
“Un’annata nera per l’agricoltura italiana con danni che, tra coltivazioni e infrastrutture, supereranno i 6 miliardi dello scorso anno a causa dei cambiamenti climatici con un taglio del 10% della produzione di grano, del 60% per le ciliegie e del 63% delle pere mentre il raccolto di miele è sceso del 70% rispetto allo scorso anno. L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli. Si tratta di una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla climatologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque. Servono – conclude la Coldiretti – investimenti anche grazie al PNRR per la manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni resistenti”.