Il Bureau of Meteorology ha dichiarato che in Australia sono ufficialmente in corso 2 importanti fattori climatici legati a condizioni calde e secche, suggerendo ulteriori avvertimenti sul fatto che il caldo estremo potrebbe caratterizzare primavera ed estate. Dopo mesi di attesa, il BoM ha confermato che il fattore climatico più importante a livello mondiale, il pattern El Niño, è attivo sul Pacifico per la prima volta in 8 anni.
Durante una conferenza stampa, il Bureau ha anche annunciato che si è sviluppato anche il fattore climatico meno conosciuto, ma anche significativo, noto come dipolo positivo dell’Oceano Indiano (IOD). L’inizio dei 2 grandi eventi climatici significa che i restanti mesi del 2023 in Australia saranno probabilmente caldi e siccitosi, in particolare negli Stati orientali. In combinazione con il riscaldamento di fondo dovuto ai cambiamenti climatici, gli scienziati hanno avvertito che l’Australia potrebbe trovarsi davanti ad un’estate di caldo intenso. Quando El Niño e un dipolo positivo nell’Oceano Indiano “si verificano insieme, ciò tende ad aumentare la gravità delle carenze di precipitazioni,” ha affermato Karl Braganza, a capo del monitoraggio climatico del Bureau.
L’annuncio arriva mentre alcune parti del Nuovo Galles del Sud sono state messe in allerta per il pericolo di incendi “catastrofici“, poiché forti venti si combinano con temperature insolitamente calde nelle parti sudorientali dello Stato. “Stiamo già assistendo a condizioni estreme in alcune parti del continente, in particolare per la durata del caldo, abbiamo un lungo periodo di clima caldo e secco ad inizio primavera,” ha affermato Braganza. Sebbene le condizioni “siano diverse dall’estate nera del 2019, dove abbiamo avuto anni di siccità precedenti, la siccità sta avanzando più rapidamente di quanto si sia verificato negli ultimi anni, e stiamo vedendo che il rischio elevato si sta manifestando ora nel NSW orientale“.
Cambiamenti nell’atmosfera
Le temperature della superficie del mare del Pacifico orientale – uno degli indicatori chiave di El Niño – sono aumentate ben al di sopra della soglia di El Niño durante l’autunno, spingendo diverse agenzie internazionali, tra cui l’autorità meteorologica degli Stati Uniti e l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, a dichiarare l’evento in corso mesi fa.
Il Bureau of Meteorology australiano ha atteso finché il cambiamento nell’oceano ha innescato una risposta atmosferica più forte – l’altra componente chiave di El Niño e una parte importante del suo impatto sull’Australia – prima di fare il suo annuncio. Tali criteri ora sono stati soddisfatti, il che significa che secondo il Bureau l’evento influenzerà il clima australiano per un periodo di tempo prolungato.
El Niño, un evento globale
El Niño influenza i modelli climatici del 60% del globo, e l’Australia è particolarmente vulnerabile ai suoi impatti. Ciò che rende un El Niño particolarmente impattante è la sua longevità. Gli eventi durano tipicamente da 9 mesi a un anno, con gli effetti sull’Australia che raggiungono il picco durante l’inverno e la primavera.
Il principale fattore climatico è caratterizzato da uno spostamento delle acque calde e delle nubi dal Pacifico occidentale a quello centrale, che porta ad una riduzione delle piogge sull’Australia e ad un aumento delle temperature. Ciò significa che è spesso associato a siccità, ondate di caldo e incendi boschivi. L’influenza siccitosa è particolarmente forte nel Queensland e nel Nuovo Galles del Sud. Altre conseguenze sono temperature più calde della media in gran parte dell’Australia meridionale, in particolare nella seconda metà dell’anno, aumento del numero di singoli giorni di caldo estremo, aumento del rischio di gelo in caso di cielo sereno, riduzione delle nevicate e del numero dei cicloni tropicali. Per altre parti del mondo, come la costa del Perù e il sud degli Stati Uniti, gli effetti sono opposti.
Tuttavia, El Niño non garantisce sempre questo risultato, poiché entrano in gioco diversi fattori. Né significa che il clima sarà sempre asciutto e caldo.
L’influenza del dipolo dell’Oceano Indiano
Sebbene non sia così noto, è stato dimostrato che un dipolo positivo dell’Oceano Indiano (IOD) produce una significativa influenza siccitosa in Australia, in particolare durante i mesi più freddi dell’anno. È stato questo fattore climatico che ha contribuito a creare condizioni estremamente calde e secche che hanno alimentato i devastanti incendi boschivi nel 2019-20.
Uno sguardo alle precipitazioni durante l’inverno e la primavera durante gli eventi passati mostra che, a differenza degli eventi di El Niño che colpiscono principalmente gli stati orientali, il segnale secco dell’IOD domina l’Australia Meridionale, il Territorio del Nord, Victoria, la Tasmania e parti dell’Australia Occidentale.
Secondo il Bureau, quando El Niño coincide con uno IOD positivo, i 2 fenomeni possono rafforzare i loro effetti siccitosi. Questi eventi, però non garantiscono risultati disastrosi. L’ultimo, nel 2015, non ha causato una siccità diffusa, fatta eccezione per alcune zone dell’Australia meridionale e del Queensland orientale.
La dichiarazione dello IOD positivo arriva prima del previsto, e il Bureau di solito ha bisogno di vederlo superare i valori per 8 settimane prima di dichiararlo in corso. Il BoM ha riferito che il segnale al momento era così forte da consentire l’annuncio con alto grado di sicurezza.