Campi Flegrei, Doglioni (INGV): “siamo estremamente preoccupati, ci sono 2 possibili scenari”

Il Presidente INGV: "quello che vedremo nelle prossime giornate ci dirà quello che è il trend"
MeteoWeb

E’ iniziata alle ore 9, presso la Commissione Ambiente della Camera, l’audizione di rappresentanti dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) sulle questioni riguardanti il fenomeno del bradisismo e del rischio sismico nei Campi Flegrei. “E’ in corso anche oggi un altro sciame sismico, ieri abbiamo avuto l’evento più forte di magnitudo 4.2,” ha affermato nel suo intervento Carlo Doglioni, Presidente dell’INGV. “Il bradisismo si è riattivato più di 10 anni fa, solo che la velocità con cui il suolo si sta innalzando sta aumentando. E questa velocità di innalzamento produce la sismicità che conosciamo“. Al momento “per quanto ne sappiamo il magma è ad una profondità di oltre 5-6 km quindi distante dalla superficie anche se, nel caso dovesse trovare vie di fuga per una risalita, i tempi sarebbero estremamente rapidi, nell’ordine delle ore“. Quindi “c’è da prestare massima attenzione a questo fenomeno. Stiamo verificando quale può essere la variazione dei gas emessi, significativa di una eventuale evoluzione. Chiaramente siamo estremamente preoccupati nel senso che è massima l’attenzione e quello che vedremo nelle prossime giornate ci dirà un po’ quello che è il trend. Anche se sono fenomeni che non si esauriscono nell’arco di pochi giorni“.

La nostra preoccupazione è legata sia alla sismicità, sia al fatto che queste temperature in particolari località potrebbero dare delle piccole esplosioni freatiche che non sono eruzioni di magma, ma è acqua che in questo stadio super critico può dare delle esplosioni. Quindi, considerato che negli ultimi mesi la sismicità non ha fatto altro che aumentare – sia in termini di numero di eventi, ravvicinamento degli sciami, aumento dell’energia – in questo momento non vediamo la fine,” ha evidenziato Doglioni. “Può darsi che arrivi rapidamente come può darsi che invece l’evoluzione possa essere ancora più dirompente“.

In sostanza, secondo il Presidente INGV, sono 2 i possibili scenari relativi all’evoluzione della situazione dei Campi Flegrei: il migliore è che la crisi di bradisismo in corso termini come era accaduto per quella del 1983-84, il peggiore è un’eruzione simile a quella del 1538. “E’ un’evoluzione che non conosciamo e che monitoriamo“. “Lo scenario meno critico è una situazione analoga alla crisi del 1982-84“, una crisi bradisismica che “è durata 2 anni poi si è fermata“, mentre “al momento lo scenario più critico è un’eruzione come quella del Monte Nuovo“, del 1538, la più recente delle oltre 70 eruzioni esplosive avvenute nei Campi Flegrei. Un evento molto diverso da quello avvenuto 39mila anni fa, quando l’eruzione liberò oltre 400 metri cubi di materiale. Nel caso di un’eruzione, “non sappiamo né quando né dove, potrebbe avvenire e, per quanto piccola, provocherebbe un disagio sociale“. In ogni caso “è impossibile pensare che i Campi Flegrei si spengano perché sono un vulcano attivo“.

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