Il piano di evacuazione dei Campi Flegrei rientrerà in una legge ad hoc che il Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, Nello Musumeci, conta di portare al più presto in Consiglio dei Ministri ‘‘Naturalmente serve il confronto col Mef per individuare e verificare le risorse: decine di milioni di euro e poi passeremo alla fase operativa”, sottolinea il Ministro all’Adnkronos in un’intervista di Giorgia Sodaro. Si tratta di una legge, chiarisce, per stabilire ‘‘le misure urgenti finalizzate alla mitigazione del rischio nei Campi Flegrei alla luce dell’evoluzione del fenomeno”. Una ”scelta”, precisa, che ‘‘ho voluto adottare dopo essermi confrontato con i miei più stretti collaboratori”. ”Mi sono dato un tempo per la legge che va fatta nel più breve tempo possibile e ci stiamo lavorando da diversi giorni con i dipartimenti di Protezione Civile e Casa Italia”.
Poi, spiega Musumeci, partiremo con la redazione del piano che ”non è certo una cosa semplice”. ”Dobbiamo tenere conto che il patrimonio edilizio presente in quell’area, particolarmente fragile, è vulnerabile e particolarmente diffuso e fitto – continua – Questo sarà uno dei temi sui quali ci confronteremo con le autorità locali a cominciare da Regione, Città Capoluogo, Città Metropolitana e i comuni interessati”. Il piano di evacuazione non è un’idea nuova, dice, ma ”uno dei principali obiettivi concordati con gli amministratori locali nell’incontro che due settimane fa abbiamo avuto a Palazzo Chigi. Certamente – sottolinea – va predisposto alla luce della realtà delle infrastrutture presenti in una zona fortemente antropizzata” e ”verrebbe attuato soltanto in caso di necessità”. Di fatto, si compone di ”piano di evacuazione, piano di comunicazione e il piano per la verifica della vulnerabilità del costruito”, aggiunge.
Un piano che, secondo il Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, ”poteva essere concepito già diversi anni fa” perché ‘‘una cosa è operare sotto la spinta emotiva della popolazione che appare particolarmente attenta all’accentuazione del fenomeno, altra cosa è lavorare in tempi di ordinarietà”. Poi chiarisce: ‘‘molto tempo fa fu predisposto un primo piano di evacuazione che adesso va rivisto e aggiornato – sottolinea – è probabile che non servirà a nulla nel futuro ma noi abbiamo il dovere di prevedere qualunque fattispecie, senza creare allarme perché non c’è motivo ma neanche sottovalutare la effervescenza di un fenomeno che ha prodotto scosse anche 4.2, quindi una magnitudo che merita attenzione”. ”Comunque – annuncia il Ministro – nei prossimi giorni, conto di andare sul luogo per tornare a incontrare gli amministratori e fare anche una visita ai luoghi maggiormente interessati”.