Chi è Alberto Prestininzi: lo scienziato che guiderà il comitato tecnico sul Ponte sullo Stretto non piace ai catastrofisti climatici

Alberto Prestininzi, il neo coordinatore del comitato tecnico-scientifico per il Ponte sullo Stretto, non piace ai catastrofisti del cambiamento climatico
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Sta facendo discutere la nomina di Alberto Prestininzi, scienziato di fama internazionale, quale coordinatore del comitato tecnico-scientifico che dovrà aggiornare il progetto del Ponte sullo Stretto. Il team di nove esperti scelti martedì dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dalle Regioni Calabria e Sicilia, avrà il compito di aggiornare il progetto definitivo approvato nel 2011 in esecutivo entro il 31 luglio 2024. Ma chi è Alberto Prestininzi e perchè fa discutere?

In un Paese normale non ci sarebbero polemiche così accese per la nomina di uno scienziato illustre e di altissimo profilo. Prestininzi, infatti, è un geologo, ordinario (oggi in pensione) di Ingegneria della Terra, Geologia Applicata e Rischi Geologici all’Università La Sapienza di Roma; ha fondato il Centro di Ricerca CERI “Previsione Prevenzione e Controllo dei Rischi Geologici” della Sapienza; ha fondato anche la Rivista Internazionale “Italian Journal of Engineering Geology and Environment” ed è sempre stato impegnato in prima fila con la sua attività scientifica per la prevenzione dei Rischi naturali (frane, alluvioni, terremoti). Prestininzi, inoltre, vanta numerose pubblicazioni scientifiche e divulgative, ha scritto diversi libri, ha partecipato ad autorevoli trasmissioni televisive, conosce molto bene tutti gli aspetti del Ponte sullo Stretto non solo perchè ha sempre fatto parte del comitato tecnico-scientifico per la grande opera, ma anche perchè è reggino di Caulonia ed ha una straordinaria conoscenza del territorio in cui il Ponte sorgerà.

Lo scienziato ha inoltre vinto lo scorso anno il Premio Peccei per la corretta informazione sull’ambiente: a Prestininzi è stata conferita la targa “L’età verde” dal Gruppo Internazionale “Aurelio Peccei”, autorevolissimo centro di Studi e ricerche didattico-scientifiche. Il professore, durante una lectio magistralis sul 50° anniversario del Rapporto del Club di Roma sui “Limiti dello Sviluppo”, ha sottolineato come sia necessario sensibilizzare le coscienze e soprattutto i giovani sui temi e i problemi connessi al mare. Il Premio gli è stato assegnato in riconoscimento della corretta informazione sui temi dell’ambiente alle nuove generazioni: il Premio Peccei (una targa in bronzo dello scultore Giuseppe Cherubini) in passato è stata assegnata a personalità come Rita Levi Montalcini, Piero Angela, Gian Tommaso Scarascia Mugnozza, Leena-Maija Salmine (direttore Future Club Finlandia) e Jane Page (ricercatrice e docente australiana di scienza del futuro).

Perchè Prestininzi fa discutere?

Ma allora perchè Prestininzi fa così tanto discutere? Il motivo è che non condivide la visione catastrofista sui cambiamenti climatici: preferisce seguire la scienza. E per questo lo chiamano “negazionista“, nonostante faccia parte del gruppo Clintel, la fondazione indipendente che raccoglie migliaia di esperti di tutto il mondo, tra cui diversi premi Nobel, che contrastano la narrazione catastrofista sul cambiamento climatico. In un vortice di fango gratuito, Prestininzi viene quindi accusato da politici e giornalisti vicini al mondo dell’ambientalismo e del Movimento 5 Stelle di essere appunto un “negazionista“, termine sempre più abusato e fuori luogo, quando in realtà proprio sul clima segue il metodo scientifico.

In ogni caso, nel comitato sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto non dovrà occuparsi di clima quindi non si capisce quale sia la relazione tra le posizioni dello scienziato sul clima e l’incarico di coordinamento del comitato per il Ponte: vorremmo forse istituire il reato di opinione?

Il comitato tecnico-scientifico sul Ponte sullo Stretto

In ogni caso, tutti gli altri 8 esperti che Prestininzi dovrà coordinare sono di altissimo profilo. Si tratta di Claudio Borri, ordinario di Scienze delle Costruzioni presso il Dipartimento di ingegneria civile e ambientale dell’Università di Firenze, con specializzazione in strutture e aerodinamica, Direttore del “Centro Interuniversitario di Aerodinamica delle Costruzioni e Ingegneria del Vento”;  Andreas Taras, ordinario di costruzioni in acciaio e strutture composite presso l’ETH di Zurigo;  Sara Muggiasca, professore associato del Dipartimento di Ingegneria Meccanica del Polimi, direttrice della Galleria del Vento;  Mauro Dolce, professore ordinario di Tecnica delle Costruzioni presso l’Università “Federico II” di Napoli, esperto in Rischio Sismico e Vulcanico; Francesco Karrer, professore ordinario di Urbanistica presso La Sapienza Università di Roma (in quiescenza); Giuseppe Muscolino, ordinario di Scienza delle Costruzioni presso l’Università di Messina; Paolo Fuschi, ordinario di Meccanica delle Strutture presso l’Università di Reggio Calabria e di Alessio Ferrar, professore ordinario di Ingegneria Geotecnica presso l’Università degli Studi di Palermo.

Il compito principale che avranno sarà quello di aggiornare il progetto alla fase esecutiva, alla luce delle ultime evidenze scientifiche emerse nei 12 anni in cui il progetto è stato archiviato dopo l’approvazione del definitivo. Tra queste evidenze, la più importante è senza ombra di dubbio la necessità di incrementare la magnitudo massima a cui il Ponte dovrà resistere per stare in piedi in sicurezza.

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