Fukushima: conclusa la prima fase del rilascio dell’acqua trattata nell’oceano

Completato il primo rilascio di acque dalla centrale di Fukushima: 7.800 tonnellate sono finite nell'oceano, non sono state segnalate anomalie
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Si è conclusa quest’oggi la prima fase del rilascio dell’acqua trattata dalla centrale nucleare di Fukushima, con un totale di circa 7.800 tonnellate del liquido scaricate nell’oceano. Lo ha confermato l’operatore dell’impianto, la Tokyo Electric Power (Tepco), che aveva iniziato le operazioni lo scorso 24 agosto sotto il monitoraggio del governo giapponese e dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea). In totale, dovranno essere svuotate più di mille cisterne per un totale di 1,3 milioni di acqua trattata, equivalenti a oltre 500 piscine olimpiche, in un periodo di quasi 30 anni.

La Tepco, insieme al Ministero dell’Ambiente, all’Agenzia per la Pesca e la stessa prefettura di Fukushima, ha riferito che continuerà ad analizzare i livelli di trizio nell’ambiente intorno alla centrale nucleare. In base alle recenti rilevazioni, finora non sono state segnalate anomalie. Il gestore prevede, inoltre, di rilasciare altre 7.800 tonnellate entro la fine del mese in attesa di ulteriori verifiche e di ispezioni delle strutture di smaltimento dell’acqua. Gli operai dell’impianto risciacqueranno le condutture e le altre attrezzature e ispezioneranno il sistema nelle prossime settimane prima di iniziare il rilascio del secondo ciclo.

I pescatori locali hanno espresso timori per l’operazione e la Cina si è opposta veemente, vietando tutte le importazioni di frutti di mare giapponesi, danneggiando così produttori ed esportatori e costringendo il governo giapponese a costituire un fondo di emergenza. Il rilascio, tuttavia, risulta cruciale per la bonifica della centrale gravemente danneggiata nel disastro del 2011. I lavori per la messa in sicurezza dell’impianto, secondo la Tepco e il governo di Tokyo, dovrebbero durare almeno fino al 2051.

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