Per la prima volta dall’inizio delle operazioni di sversamento dell’acqua trattata dalla centrale nucleare di Fukushima, è stata rilevata una percentuale di trizio in un campione di acqua marina prelevato a circa 200 metri a nord del tunnel di scarico sottomarino. Lo ha detto il gestore dell’impianto, la Tokyo Electric Power (Tepco). Il trizio è un isotopo radioattivo dell’idrogeno e non può essere filtrato dal sistema avanzato Alps. Tepco ha sottolineato che i valori di 10 becquerel per litro sono comunque al di sotto delle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per l’acqua potabile, fissate a 10.000 becquerel per litro.
Dei dieci siti monitorati da Tepco, il campione è stato prelevato nel punto più vicino all’apertura del tunnel di scarico, situato a un chilometro dalla centrale. Il livello rilevato nel campione non sembra avere un impatto sull’ambiente o sulla salute, riferisce il gestore, dal momento che la presenza in percentuale del trizio era al di sotto del limite di rilevabilità, che è di circa 8 becquerel per litro, negli altri 9 siti. Discorso analogo per il pesce di stagione, la platessa, e la concentrazione nell’acqua marina prelevati nei siti vicini alla centrale, anche essi al di sotto del limite di rilevabilità, hanno dichiarato ieri, venerdì 1 settembre, l’Agenzia per la pesca, congiuntamente al Ministero dell’Ambiente nipponico e il governo della prefettura di Fukushima.