L’incendio che ha colpito Cefalù, nel Palermitano, è stato tra i più importanti di quelli divampati in Sicilia nella giornata di ieri, venerdì 23 settembre. Il rogo è stato responsabile della morte di una donna di 42 anni, ma anche del ferimento di una volontaria. La scorsa notte, mentre era impegnata con la sua squadra nelle attività di sopralluogo propedeutico alle operazioni di spegnimento di uno dei tanti focolai attivi a Cefalù, una volontaria e presidente dell’Onvgi di Agira Cod 624 è stata colpita da una lastra di lamiera zincata, volata via dalla strada sottostante a causa del forte vento. “Sono appena uscita dall’ospedale, oggi resto in osservazione a distanza. Ho un ematoma, ma non c’è nulla di grave nella Tac, grazie a Dio. E grazie a Santo che mi ha parato il colpo….”, si legge nel post scritto dalla volontaria Benedetta Casullo nella chat operativa del volontariato di Enna.
Pochi istanti prima del ferimento della donna, la squadra di volontari e il loro accompagnatore avevano udito un boato: il fuoco aveva intaccato un magazzino in cui evidentemente era stipato materiale esplosivo, forse fuochi d’artificio. “Ci trovavamo in contrada Baronessa. Eravamo scesi per un sopralluogo vicino a delle case. All’improvviso abbiamo sentito alcune esplosioni, forse botti enormi (fuochi d’artificio?) provenienti da un magazzino. Ci siamo messi a correre per andare via”, scrive Casullo nella sua relazione di servizio. “Nel tragitto, un’enorme folata di vento fa alzare in aria una copertura di un tetto in acciaio che c’era lungo la strada, ne abbiamo viste diverse sparse in ogni dove. Una di queste lastre ci ha investiti in pieno. Il mio collega Santo Branciforte ha cercato di proteggermi come ha potuto, ma la lastra mi ha colpito lo stesso sotto la nuca”, racconta ancora. La disavventura non ha comunque fermato la squadra di volontari, composta anche da Krizia Longhitano e Filippo Ragusa che dopo aver accompagnato Casullo in ospedale, tranquillizandosi sulle sue condizioni di salute, è rientrata in servizio. Al momento dell’incidente era presente anche un militare dell’esercito della base logistica di Cefalù, non in servizio, Giuseppe Sferruzza, nella veste di accompagnatore, perché conoscitore dei luoghi, che sono impervi e difficilmente accessibili per chi non è del posto.