“Attualmente la probabilità di una eruzione vulcanica è relativamente bassa, proprio perché non vi sono evidenze di risalita di magma verso la superficie“, “tuttavia, il vulcano ha la sua inarrestabile naturale evoluzione e, prima o poi, tornerà a eruttare“: a fare il punto sui recenti eventi nella zona dei Campi Flegrei, è il Direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV Mauro Di Vito, la Direttrice del Dipartimento Vulcani dell’INGV Francesca Bianco e il Presidente dell’INGV Carlo Doglioni sul blog INGVvulcani.
In questi mesi, come riportato nell’ultimo bollettino settimanale di sorveglianza vulcanica (relativo ai dati rilevati dalle reti di monitoraggio dell’INGV Osservatorio Vesuviano al 3 settembre 2023), il valore medio della velocità di sollevamento nell’area di massima deformazione permane a circa 15±3 mm/mese. Nelle ultime settimane si stanno verificando più frequentemente sciami sismici, come quelli avvenuti il 18 agosto e il 7 settembre, con diverse decine di eventi magnitudo massima 3.8 ± 0.3. L’area sismogenetica principale, già a partire dalla crisi degli anni 80, è compresa tra Pozzuoli, Solfatara, Pisciarelli e Agnano, con eventi che dal 2018 sono presenti anche nel Golfo di Pozzuoli. Le profondità raramente superano i 4 km.
L’INGV-OV assicura il massimo impegno nella raccolta, studio e interpretazione dei dati e “ogni variazione viene e sarà sempre discussa e comunicata tempestivamente agli organi di Protezione Civile nei suoi vari livelli“. Il volume crostale sollevato al momento, è pari a dimensioni molto inferiori al km3, “vincolando le dimensioni dei fluidi nell’area di alimentazione del sollevamento“. “I dati sismici, geochimici, le deformazioni del suolo, le variazioni termiche superficiali e in pozzo, le variazioni gravimetriche non forniscono, allo stato attuale, indicazioni che il magma stia risalendo verso la superficie,” concludono gli esperti INGV.