“Il monitoraggio attraverso reti strumentali multiparametriche, ovvero in grado di misurare più informazioni fisiche e chimiche dei vulcani a cadenza regolare o in tempo reale, è uno dei principali metodi utilizzati dall’INGV-Osservatorio Vesuviano per comprendere lo stato attuale e ipotizzare il comportamento futuro dei vulcani campani. Il monitoraggio è integrato con campagne di misura periodiche ed analisi in situ ed in laboratorio”. Lo scrivono in un articolo pubblicato sul blog INGVvulcani Mauro Di Vito e personale dell’INGV Osservatorio Vesuviano. “I ricercatori dell’INGV-Osservatorio Vesuviano analizzano ed elaborano i dati al fine di individuare possibili variazioni dei principali fenomeni osservati (sismicità, deformazioni del suolo, emissioni idrotermali, temperature del suolo e delle falde acquifere, campo gravimetrico, ecc.), integrandoli con le conoscenze disponibili, con i risultati di campagne di misura geofisiche e con la storia eruttiva del vulcano monitorato. In tal modo è possibile individuare eventuali variazioni nello stato e nel comportamento del sistema vulcanico e possibili segnali di ripresa dell’attività eruttiva”.
“Le deformazioni del suolo dei Campi Flegrei sono monitorate attraverso la Rete GNSS, che misura le variazioni di quota in corrispondenza di punti specifici grazie a stazioni che sfruttano la rete GPS satellitare, e la Rete Tiltmetrica che misura le inclinazioni del suolo sia in superficie che in pozzo (Figura 1). Misure di deformazioni nel golfo di Pozzuoli sono effettuate utilizzando la rete multiparametrica marina MEDUSA”, spiegano gli esperti INGV. “La sismicità dei Campi Flegrei è monitorata dalla Rete Sismica Permanente, che conta 28 siti di installazione terrestre e marina e dalla Rete Sismica Mobile che è costituita da 12 stazioni (Figura 2). Le stazioni sismiche nel golfo di Pozzuoli sono integrate nella rete multiparametrica marina MEDUSA”.
“I parametri geochimici delle fumarole e della falda acquifera, quali la temperatura, il flusso di CO2, la composizione dei gas, ecc. sono misurati dalla Rete Geochimica Permanente e dalla Rete Permanente all’Infrarosso Termico (Figura 3). Misure di flusso di gas e campionamenti di acque e fumarole sono eseguiti a cadenza almeno mensile anche in aree più ampie. L’ubicazione dei pozzi monitorati è mostrata nella figura 3″, viene spiegato.
“La Rete Gravimetrica e la Rete Mobile all’infrarosso Termico eseguono misure periodiche rispettivamente del campo gravimetrico (cadenza semestrale) e delle temperature di aree fumaroliche (misure mensili) (Figura 4). Le misure all’infrarosso sono eseguite anche con l’ausilio di droni”.
“Le Reti di Monitoraggio sono in costante evoluzione: si ha infatti sia il progressivo aumento delle stazioni sia l’aggiornamento tecnologico della parte sensoristica e della modalità di trasmissione e processamento del dato, migliorando così la qualità della misura e aumentando l’estensione delle aree investigate”, concludono gli esperti INGV.