Riscaldamento globale: un nuovo studio suggerisce che potrebbe essere principalmente un problema urbano

Un nuovo studio suggerisce che il riscaldamento urbano potrebbe rappresentare fino al 40% del riscaldamento globale registrato dal 1850
MeteoWeb

Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista scientifica peer-reviewed Climate da 37 ricercatori provenienti da 18 Paesi, suggerisce che le attuali stime del riscaldamento globale sono contaminate da bias sul riscaldamento urbano. Lo studio suggerisce anche che le stime dell’attività solare considerate nei rapporti più recenti del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) delle Nazioni Unite probabilmente sottostimano il ruolo del Sole nel riscaldamento globale a partire dal XIX secolo.

È noto che le città sono più calde delle campagne circostanti. Sebbene le aree urbane rappresentino solo meno del 4% della superficie terrestre globale, molte delle stazioni meteorologiche utilizzate per il calcolo della temperatura globale si trovano nelle aree urbane. Per questo motivo, alcuni scienziati temono che le attuali stime sul riscaldamento globale possano essere state contaminate dagli effetti delle isole di calore urbane. Nel suo ultimo rapporto, l’IPCC ha stimato che il riscaldamento urbano rappresenta meno del 10% del riscaldamento globale. Tuttavia, questo nuovo studio suggerisce che il riscaldamento urbano potrebbe rappresentare fino al 40% del riscaldamento registrato dal 1850.

Lo studio ha anche scoperto che la stima dell’attività solare scelta dall’IPCC sembrava aver prematuramente escluso un ruolo sostanziale del Sole nel riscaldamento osservato.

Quando gli autori hanno analizzato i dati sulla temperatura utilizzando solo il set di dati solari dell’IPCC, non sono riusciti a spiegare il riscaldamento dalla metà del XX secolo. Cioè, hanno replicato la scoperta dell’IPCC secondo cui il riscaldamento globale è in gran parte causato dall’uomo. Tuttavia, quando gli autori hanno ripetuto l’analisi utilizzando una diversa stima dell’attività solare – una stima spesso utilizzata dalla comunità scientifica – hanno scoperto che la maggior parte delle tendenze di riscaldamento e raffreddamento dei dati rurali potrebbe effettivamente essere spiegata in termini di cambiamento dell’attività solare.

Il Dottor Willie Soon, del Center for Environmental Research and Earth Sciences (CERES-Science) e autore principale dello studio, ha descritto le implicazioni delle scoperte del nuovo studio: “per molti anni, l’opinione pubblica ha dato per scontato che la scienza sul cambiamento climatico fosse consolidata. Questo nuovo studio dimostra che non è così”.

Un altro autore dello studio, la Prof.ssa Ana Elias, direttrice del Laboratorio de Ionosfera, Atmósfera Neutra y Magnetosfera (LIANM) presso l’Universidad Nacional de Tucumán, in Argentina, ha spiegato: “questa analisi apre le porte a un’adeguata indagine scientifica sulle cause del cambiamento climatico”.

Questo studio trova conclusioni simili a un altro studio recentemente pubblicato su una rivista scientifica separata sottoposta a revisione paritaria, Research in Astronomy and Astrophysicals. Quest’altro studio ha coinvolto molti degli stessi coautori (guidati dal Dottor Ronan Connolly, anche lui del Center for Environmental Research and Earth Sciences). Nello studio, è stato adottato un approccio diverso per analizzare le cause del cambiamento climatico, utilizzando ulteriori 25 stime dell’attività solare e tre stime aggiuntive della temperatura.

La lettera di Clintel al Presidente IPCC

La rete CLINTEL (Climate Intelligence Network), che ora conta 1800 membri, ha inviato una lettera a Jim Skea, Presidente del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC), chiedendo l’avvio di una discussione aperta e cooperativa tra CLINTEL e gli scienziati dell’IPCC. L’obiettivo principale della Climate Intelligence Foundation è generare conoscenza e comprensione delle cause e degli effetti del cambiamento climatico, nonché degli effetti della politica climatica. CLINTEL ha pubblicato la World Climate Declaration (Dichiarazione Mondiale sul Clima, che ora è stata firmata da più di 1600 scienziati ed esperti in tutto il mondo, rivaleggiando così per dimensioni e credenziali con gli elenchi di autori del Gruppo di Lavoro dell’IPCC.

Nella lettera, gli esperti di CLINTEL sottolineano che tre nuovi studi sottoposti a revisione paritaria, tra cui quello sopra citato, mostrano che la maggior parte del riscaldamento è naturale. “Il 25 agosto CLINTEL le ha inviato una lettera con la triste conclusione che l’IPCC non ha seguito il consiglio della revisione dell’InterAcademy Council (IAC) del 2010. Il Sesto Rapporto di Valutazione dell’IPCC (AR6) presenta gli stessi difetti dei rapporti precedenti, vale a dire una selezione parziale delle prove, l’incapacità di riflettere controversie autentiche e l’incapacità di dare la dovuta considerazione a punti di vista alternativi adeguatamente documentati”, si legge nella missiva di CLINTEL, firmata dal suo Presidente, il Dottor A.J. (Guus) Berkhout, Professore Emerito di Geofisica e membro dell’Accademia reale olandese delle arti e delle scienze.

Nella lettera del 25 agosto, CLINTEL aveva avanzato alcune proposte per l’IPCC:

  • che l’IPCC incarichi un team con rappresentanza di CLINTEL e altre persone indipendenti non coinvolte nella leadership dell’IPCC di verificare se l’IPCC ha pienamente implementato e seguito le riforme raccomandate dalla revisione IAC del 2010 e se sono necessarie ulteriori riforme.
  • Che l’IPCC esamini le dichiarazioni importanti dei principali leader mondiali e dei media che parafrasano i contenuti dell’AR6 e le corregga laddove tali dichiarazioni siano fuorvianti o inaccurate.
  • Che l’IPCC incontri i rappresentanti di CLINTEL per ricevere input sulle principali carenze evidenziate nel rapporto di CLINTEL “The Frozen Climate Views of the IPCC” che richiedono una correzione formale.

Si è verificata una nuova situazione che rende la proposta di cooperazione di CLINTEL estremamente urgente”, si legge nella nuova lettera inviata a Skea il 20 settembre. “Recentemente, gli scienziati del CERES-Science sono stati coautori di tre importanti studi scientifici sottoposti a revisione paritaria, fornendo sostanziali progressi scientifici nel problema scientifico molto complesso che tecnicamente viene definito “rilevamento e attribuzione del cambiamento climatico” dalla metà del XIX secolo. In breve, gli scienziati del CERES sono giunti ad una conclusione molto importante: “le stime scelte dall’IPCC sui cambiamenti dell’attività solare (“irradianza solare totale”, in breve TSI) rappresentavano solo un piccolo sottoinsieme di quelle utilizzate dalla comunità scientifica. Molte delle stime della TSI che l’IPCC aveva trascurato nella propria analisi suggeriscono che la maggior parte del riscaldamento a partire dal XIX secolo potrebbe essere naturale, soprattutto sulla base dei dati non urbanizzati”. Quest’ultimo aspetto è molto rilevante, dato che le misurazioni nelle aree urbane sono sempre più influenzate dal noto “effetto isola di calore””, evidenzia la lettera di CLINTEL.

Alla luce di questi risultati basati sui dati, dobbiamo almeno concludere che la comunità scientifica non è nella posizione di affermare che i cambiamenti della temperatura globale a partire dalla metà del XIX secolo siano stati “per lo più causati dall’uomo”, come affermato dal rapporto AR6 dell’IPCC. Un’ottima occasione per avviare il dialogo così come le ho proposto nella mia precedente lettera”, scrive il Presidente di CLINTEL a quello dell’IPCC.

Nella lettera, viene evidenziata un’altra vicenda, molto grave. “Sfortunatamente, un pugno di scienziati attivisti ha portato avanti una campagna di disinformazione orchestrata per screditare e travisare le scoperte degli scienziati del CERES. Questa campagna sembra essere in gran parte organizzata dal team di RealClimate.org. Poiché qui affronto l’essenza del dibattito sul clima – individuare le principali cause del cambiamento climatico – organizziamo insieme una discussione aperta su “Le cause naturali e umane del cambiamento climatico””, propone il Presidente Berkhout.

Siamo sicuri che la trasparenza scientifica, l’onestà e l’apertura avrebbero un impatto positivo sulla credibilità dell’IPCC. Dobbiamo cooperare per eliminare gli attuali dogmi, la dura polarizzazione e le esclusioni, di cui siamo sempre più testimoni nella comunità scientifica. Infine, CLINTEL dichiarerà pubblicamente che la campagna di RealClimate.org non è il modo corretto di tenere un dibattito scientifico. Spero che l’IPCC faccia lo stesso”, conclude Berkhout nella sua lettera.

In risposta alla campagna di disinformazione di Real Climate, gli esperti del CERES hanno pubblicato due diversi articoli (consultabili qui e qui) per smontare le posizioni di Real Climate e ribadire la correttezza dei loro studi.

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