Non solo West Nile. Aumentano in Italia anche i casi di Dengue, anche autoctoni. Si tratta di infezioni trasmesse dalle zanzare. Dall’inizio dell’estate a oggi, le persone colpite da febbre del Nilo sono salite a 237, con 13 decessi. Sono stati, invece, 146 i casi di Dengue importati da altri Paesi quest’estate, mentre sono 19 i casi trasmessi localmente in Italia, ovvero quelli che preoccupano gli esperti. In base al bollettino aggiornato all’11 settembre 2023 dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che ne monitora costantemente la diffusione, questi casi sono riferiti a tre episodi di trasmissione non collegati tra loro nelle province di Lodi (14), di Latina (2) e di Roma (3). “La trasmissione del virus Dengue – spiega l’ISS – è sostenuta dalla proliferazione del suo vettore, la zanzara Aedes albopictus, ormai presente in gran parte d’Europa“.
“La globalizzazione degli spostamenti e la tropicalizzazione del clima dell’Italia stanno facendo crescere infezioni limitate prima ad altre parti del mondo che hanno iniziato a circolare in Italia, come West Nile, Dengue e la Chikungunya veicolate dalla zanzara Aedes albopictus. I casi sono sottostimati rispetto a quelli reali“, spiega Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società di Malattie Infettive e tropicali (Simit) e Professore di Malattie infettive all’Università Tor Vergata di Roma.
Il problema che la Dengue sia diventata autoctona, precisa Andreoni, “è abbastanza rilevante perché è potenzialmente letale, in particolare nei casi di reinfezione. Non colpisce solo i fragili, io stesso anni fa, ne sono stato colpito, in Thailandia con febbre a 40 ed encefalite. Non ci sono farmaci attivi, non ci proteggono le mascherine, l’unico strumento è la riduzione dell’esposizione alle punture di zanzare”.