Il Consiglio nazionale delle ricerche, con l’Istituto di geoscienze e georisorse (Cnr-Igg) e l’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria (Cnr-Igag), è impegnato da anni nello studio della zona interessata dal terremoto che ha colpito il Marocco lo scorso 8 settembre, proseguendo a livello internazionale il filone di ricerca avviato dall’Università di RomaTre: numerose sono le pubblicazioni prodotte in collaborazione con l’Università di Marrakech, l’ETH di Zurigo e l’Università di Firenze.
Di seguito, una nota che spiega la deformazione e l’evoluzione dell’Atlante Marocchino, riassumendo le principali caratteristiche strutturali della porzione di catena in esame, e le possibili implicazioni sulle strutture coinvolte.
L’Atlas Marocchino è una catena a doppia vergenza formatasi durante il rift Mesozoico e compressa durante il tardo Cenozoico. L’attuale stile deformativo della Atlas è quindi molto complesso poiché le strutture sono spesso ereditate dalle fasi deformative precedenti. Inoltre, i depositi di rift, ricchi in gesso e sale, variano in spessore lungo la catena favorendo localmente la presenza di scollamenti. Una ricerca internazionale composta da L’Università di RomaTre, il CNR, L’ETH di Zurigo, L’Università di Firenze e dall’Università di Marrakech, ha recentemente definito lo stile strutturale e deformativo dell’Atlas, che specialmente nella sua porzione più occidentale, è caratterizzato da ‘strain partitioning’ (ripartizione della deformazione). I settori frontali si deformano quindi per sovrascorrimento (frecce rosse-Fig1), mentre i settori interni alla catena si deformano con cinematica prevalentemente trascorrente (frecce blu-Figura 1; Lanari et al., 2020).
Il terremoto dell’8 settembre 2023 è localizzato nella porzione dove la deformazione avviene per sovrascorrimento e il meccanismo focale del terremoto indica un piano a basso angolo sud-immergente (sorgente meccanismo focale USGS). La profondità dell’evento sismico (circa 26 km) e la bassa pendenza del piano interessato suggeriscono che la struttura attivata sia ragionevolmente più a nord dell’epicentro. Si potrebbe anche trattare dei sovrascorrimenti frontali situati più a nord della stessa città di Marrakech, che riattivano la vecchia spalla del rift Mesozoico (S-43/44 Figura 1; Lanari et al., 2020).