“L’8 settembre 2023, un terremoto di magnitudo 6,8 ha colpito le zone interne del Marocco meridionale, causando danni diffusi e migliaia di vittime. Grazie a un sistema di elaborazione automatica sviluppato nell’ambito dei servizi tematici “Dati satellitari” (TCS-SATD) dell’Infrastruttura EPOS-Research (EPOS-RI), è ora possibile gettare nuova luce su fenomeni drammatici come questo, fornendo preziose indicazioni scientifiche sia agli scienziati che alle attività di prevenzione dei rischi. Sviluppato da un team di ricercatori del CNR-IREA e dell’INGV, il sistema viene attivato da un evento sismico e consente di studiare il campo di deformazione superficiale indotto dagli eventi sismici considerati, nonché di caratterizzare la sorgente sismica del terremoto”. E’ quanto riportano gli esperti dell’INGV in un approfondimento pubblicato sul blog INGVterremoti.
Applicando la tecnica dell’interferometria differenziale SAR (InSAR – Synthetic Aperture Radar Interferometry) ai dati acquisiti dal satellite europeo Sentinel-1 prima e dopo l’evento, il sistema ha generato automaticamente una mappa dello spostamento superficiale indotto dal terremoto. La mappa, presentata nella Figura 1, mostra che il suolo ha subito uno spostamento massimo di circa 18 cm lungo la linea di vista del satellite (LOS) e un minimo di circa -5 cm.
“Questo prodotto di ricerca è stato immediatamente condiviso con la comunità scientifica attraverso l’EPOS Data Portal per ulteriori analisi. Il sistema inoltre rielabora questi dati per stimare i parametri della sorgente sismica. Grazie a queste analisi, è stato possibile identificare una faglia che immerge verso Nord con un meccanismo inverso e uno spostamento sul piano di faglia massimo di circa 1,7 m, come mostrato nella Figura 2″, spiegano gli esperti INGV.