Dopo il terremoto di magnitudo Ml 4.8 (Mw 4.9) avvenuto alle ore 05:10 italiane di oggi, 18 settembre 2023, nell’Appennino tosco-romagnolo, a 3 km Sud Ovest di Marradi (FI), fino alle ore ore 21:30, sono stati registrati dalla Rete Sismica Nazionale più di 170 terremoti di magnitudo compresa tra Ml 3.0 (ore 6:56 e 9:35) e Ml 0.1 (terremoti così piccoli sono registrabili grazie alla densità e qualità della rete sismica nella regione). Lo riporta l’INGV, con il contributo di Viviana Castelli (INGV-AN) in un aggiornamento pubblicato sul blog INGVterremoti.
Nella tabella seguente, gli eventi con magnitudo superiore a Ml 2.5.
“Il meccanismo della sorgente sismica è stato analizzato attraverso il calcolo del momento tensore, in cui i segnali sismici registrati sono confrontati con quelli teoricamente attesi per le possibili sorgenti sismiche. Il risultato preliminare mostra un meccanismo di tipo distensivo, come ragionevole per la zona coinvolta”, spiegano ancora dall’INGV.
“Non è un risultato tuttavia scontato perché la regione è compresa tra una zona di tipo distensivo tipica della catena appenninica ed una compressiva dove sono presenti le faglie della Pianura Padana. Una regione complessa, come è visibile da questa mappa che mostra la varietà dei meccanismi focali possibili”.
“Dal 1985 a oggi, nel raggio di 30 km dall’area interessata dalla sequenza in corso, sono state registrate migliaia di scosse tutte di magnitudo inferiore a quella dell’evento di questa mattina, eccezion fatta per l’evento del 14 settembre 2003 a Loiano (BO) di magnitudo Mw 5.2.
Dal punto di vista della sismicità storica nel raggio di 30 km dal territorio del Comune di Marradi ricadono due aree caratterizzate da sismicità storica rilevante. A nord e a est l’Appennino faentino-forlivese, con i terremoti del 1661 (Mw 6.0), del 1725 (Mw 5.7) e la sequenza sismica dell’aprile-luglio 1781 (con due eventi di Mw 6.1.e 5.6). A sud-ovest il Mugello, con i terremoti del 1542 e del 1919, entrambi di magnitudo Mw superiore a 6.0.
Se invece si restringe invece l’area di osservazione a un raggio di 20 km, si nota che la storia sismica dell’area più prossima al Comune di Marradi comprende – nell’ultimo millennio – appena una trentina di terremoti quasi tutti ricadenti nella classe di energia compresa tra magnitudo Mw 4 e 5. I terremoti “locali” in senso stretto – cioè localizzati in un raggio di 10 km da Marradi – sono quelli del 29 dicembre 1892 (Palazzolo sul Senio, Mw 3.9) e del 15 dicembre 1931 (Mugello, Mw 4.6)”, continuano gli esperti INGV.
“La relativa entità dei terremoti di origine locale trova conferma nell’analisi della storia sismica di Marradi: i massimi effetti sismici osservati (stimati pari al grado VIII MCS) sono dovuti a un terremoto “non locale”, quello del 1661 (Appennino forlivese) che a Marradi e nella vicina Tredozio (FC) causò crolli di edifici e vittime soprattutto nel territorio extraurbano.
Il territorio interessato dalla sequenza è uno di quelli in cui l’INGV ha sviluppato attività di formazione rivolte alle scuole e alla cittadinanza nell’ambito delle campagne EDURISK, fin dal 2003 nel caso dell’alto Forlivese e del Faentino, in cui sono stati realizzati progetti in diverse fasi. Più di recente, nel 2018 e 2019, in occasione dei centenari dei terremoti del 1918 (Appennino Forlivese) e 1919 (Mugello), le aree sono state oggetto di due tappe del percorso conoscitivo/informativo “Cento anni dopo: Appennino settentrionale”.
E’ in corso anche l’analisi delle accelerazioni del suolo che a causa della relativa superficialità dell’evento risultano essere significative in zona epicentrale (stazione di Marradi MRR) e pari al 19% g di accelerazione orizzontale di picco. Significativo è anche il valore della stazione sismica MDG a Modigliana (FC) cha ha raggiunto valori di accelerazione orizzontale di picco pari al 31% g”, si legge ancora nell’approfondimento INGV.
“Da un punto di vista dell’intensità stimata legata allo scuotimento del suolo si raggiungo i VI gradi MCS, come si vede dalla shakemap seguente. Si osserva anche una possibile direttività verso Nord Est”.
“I valori (e la direttività) sono confermati anche dalle stime effettuate tramite l’analisi dei questionari di Haisentitoilterremoto.it come si vede dalla mappa seguente”.
“La possibile direttività, unitamente all’effetto di amplificazione dovuto agli spessi depositi alluvionali nella Pianura Padana e lungo la costa, giustifica anche il risentimento su una area ampia ad Est della zona epicentrale”, concludono gli esperti dell’INGV.