Terremoto Toscana, geologi Marche: “no ripercussioni per le zone già colpite nel 2016”

Piero Farabollini, Presidente dell'Ordine dei Geologi delle Marche: "non riteniamo che lo sciame sismico di queste ore debba destare preoccupazione per i marchigiani"
MeteoWeb

A livello geologico, il terremoto che sta interessando l’Appennino tosco-emiliano non avrà ripercussioni sulle Marche centro-meridionali. In queste ore stiamo assistendo a uno sciame sismico che finora ha avuto il suo culmine nella scossa di magnitudo 4.8 nell’area del Mugello, avvertita in quasi tutto il Centro-Nord. I dati INGV dicono chiaramente che stiamo parlando di una zona ad alta pericolosità sismica, con eventi che nel passato hanno anche superato la magnitudo 6.0″. Lo afferma Piero Farabollini, Presidente dell’Ordine dei Geologi delle Marche.

Nel ribadire che tutta la fascia appenninica è a rischio sismico, per quanto riguarda le Marche centro-meridionali e in generale l’area centro-meridionale dell’Appennino (comprese Umbria, Abruzzo e Lazio), nel 2016 è già stata raggiunta quella che possiamo considerare la magnitudo massima”, continua Farabollini. “Possiamo ritenere quindi che questo sistema di faglie non verrà nuovamente interessato da terremoti di simile entità, perché l’energia sismica è stata dissipata in tempi recenti e, prima che la struttura si ricarichi, saranno necessari diversi anni. Naturalmente non è possibile prevedere quanti, ma non riteniamo che lo sciame sismico di queste ore debba destare preoccupazione per i marchigiani”.

“Proprio questi anni di “tregua” dovranno servire a farci trovare pronti per i prossimi eventi sismici di maggior entità. Dopo i tragici eventi di Amatrice e le scosse dell’ottobre 2016 (le più forti mai registrate in Italia dopo il 1980), molto è stato fatto: la microzonazione e lo studio approfondito della risposta sismica locale nella nostra regione consentiranno una ricostruzione consapevole e basata su dati precisi e puntuali. Molta strada deve invece essere fatta per mettere in sicurezza il patrimonio edilizio, storico e architettonico delle Marche”, conclude Farabollini.

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