“Siamo messi male: non abbiamo ancora risolto assolutamente niente“. Lo afferma Simona Vietina, sindaco di Tredozio, Paese sull’Appennino romagnolo al confine toscano di Marradi, a una settimana dalla scossa di terremoto che ha reso inagibili una cinquantina di edifici, tra cui la scuola e il municipio. “Oggi è arrivato l’ufficio postale mobile e quindi un piccolo tassellino in avanti ce l’abbiamo – commenta Vietina – però abbiamo bisogno urgentemente dei moduli abitativi per le famiglie che sono fuori casa“. Anche le lezioni scolastiche continuano a svolgersi nelle tende che tra poco saranno trasferite all’interno della palestra in vista dell’irrigidirsi delle temperature.
Alcune famiglie sono potute intanto rientrare nelle proprie case ma ancora molta gente dorme nelle strutture del campeggio, in macchina, in ostello o ospitata da amici e parenti. “È veramente difficile organizzare tutto, i ragazzi che mi stanno dando una mano stanno facendo un lavoro splendido, però è dura”, conclude il sindaco, che lancia un appello: “abbiamo bisogno di attenzione”.