Maria Antonietta pagò con la testa il suo ruolo di regina accanto a Luigi XVI. Arrestata con il marito a Varennes, fu rinchiusa nella prigione del Tempio dove continuò a tessere trame e intrighi per rovesciare il regime della Rivoluzione francese. Fu ghigliottinata il 16 ottobre 1793.
Maria Antonia Giuseppa Giovanna d’Asburgo-Lorena, nacque a Vienna il 2 novembre 1755, e divenne regina di Francia e di Navarra il 10 maggio 1774, dopo aver sposato Luigi XVI. Figlia di Maria Teresa d’Austria e di Francesco Stefano di Lorena, alla nascita era stata insignita del titolo di arciduchessa d’Austria. Il matrimonio con il delfino di Francia avvenne come coronamento dell’alleanza tra Austria e Francia, coalizzatesi contro la Prussia e l’Inghilterra. Trasferitasi a corte, nella reggia di Versailles, Maria Antonietta patì la solitudine e la noia come conseguenze di un matrimonio deludente e accettato solo in seguito. Per consolarsi iniziò a vivere nelle frivolezze, conducendo una vita dispendiosa.
Questo atteggiamento, insieme ai malvisti favoritismi e alle ingerenze negli intrighi di corte, le causarono l’inimicizia con alcune famiglie in vista della nobiltà. Maldicenze e dicerie contro di lei proliferarono e chi non aveva simpatia per la regina la definiva, con disprezzo, “l’Austriaca”.
La sua morte segnò la fine dell’ancien régime. Intorno alla sua figura, da sempre controversa, si crearono miti e leggende giunti fino a noi.
“S’ils n’ont plus de pain, qu’ils mangent de la brioche!”, “Se non hanno più pane, che mangino brioche”: così doveva suonare, più o meno, la leggendaria espressione attribuita a Maria Antonietta. La frase, riferita al popolo che era ridotto alla fame a causa di tasse e soprusi da parte della classe aristocratica, è stata attribuita alla sfortunata regina, ma in realtà è stata pronunciata da un’altra non ben specificata principessa, di cui Jean Jacques Rousseau parla ne “Le confessioni”.