Alberto Rizzotto, l’autista che guidava il bus precipitato da un cavalcavia ieri sera a Mestre, ha davvero avuto un malore improvviso? Ed era vaccinato con i vaccini anti Covid? Su queste ipotesi stanno dilagando le discussioni e le speculazioni nell’opinione pubblica in queste ore in cui è particolarmente colpita da una tragedia che ha provocato 21 morti e 15 feriti. Di certo c’è che l’autobus era elettrico e che dopo essere precipitato, l’esplosione delle batterie ha provocato il disastro: molti morti sono completamente carbonizzati e non è stato ancora possibile neanche identificarli.
A bordo del bus c’erano tanti stranieri, quindi la notizia sta facendo il giro del mondo ed è molto popolare anche sui media internazionali. Sulle cause del sinistro, cresce l’ipotesi del malore improvviso dell’autista in base a testimonianze ed elementi delle ultime ore. Alberto Rizzotto, 40 anni, di Treviso, era un autista molto esperto, non era stanco in quanto aveva iniziato il proprio turno di servizio da poco e soprattutto c’è un video che mostra l’incidente evidenziando – secondo le parole di chi l’ha visto – una “manovra strana, eccessiva e impropria” negli istanti precedenti all’uscita fuori strada. L’autista purtroppo è morto sul colpo, ma c’è un altro testimone che era alla guida di un’auto dietro al bus che ha confermato la “strana manovra” del mezzo subito prima dell’incidente.
La Procura ha disposto l’autopsia: quella del malore improvviso è l’ipotesi più accreditata
I vigili del fuoco ieri sera stavano ancora cercando di estrarre la scheda video del bus mentre la Procura della Repubblica di Venezia, che ha aperto un’inchiesta, ha acquisito le due scatole nere del mezzo per capire cos’è accaduto davvero. L’ipotesi del malore improvviso dell’autista è al momento la più accreditata. La stessa Procura ha disposto l’autopsia.
Alberto Rizzotto, l’autista di pullman morto nella tragedia di ieri sera a Marghera “era un autista molto coscienzioso“. Lo ribadisce all’ANSA Massimo Fiorese, l’ad di La Linea, la società di autobus che gestiva per conto della Martini bus il collegamento tra Marghera e Venezia per favorire i clienti di un vicino campeggio. Fiorese esclude un colpo di sonno: “aveva iniziato il turno due ore prima“, dice. Rizzotto effettuava come tutti gli autisti controlli medici accurati ogni anno. “E’ un incidente veramente inspiegabile – rileva Fiorese – perchè è avvenuto in un’area urbana, ha coinvolto un pullman elettrico nuovo e la velocità in quel momento era bassissima“. L’unica ipotesi plausibile resta quindi quella di un malore dell’autista. “Attendiamo i risultati dell’autopsia – conclude – per capire qualcosa“.
Proprio Fiorese ha visto il video dell’incidente: “Il bus è quasi fermo quando sfonda il guardrail. Penso che l’autista abbia avuto un malore, perché altrimenti non me lo spiego. Nel video si vede che il bus è quasi fermo, il guardrail è fino, non è di quelli più moderni e più strutturati, e l’autobus pesava tanto perché era di quelli elettrici. L’impatto è stato fatale“.
Nella sede ultramoderna di cemento e vetro di La Linea, l’azienda proprietaria del pullman precipitato a Marghera, oggi nessuno ha voglia di parlare e più di qualcuno si lascia sfuggire una lacrima per la morte dell’autista Alberto Rizzotto. Siamo a Fusina, in piena campagna, in un’area adibita ad attività industriali. Tra i più emozionati nel ricordare l’autista scomparso c’è Nicola: “sono in azienda da 8 anni e la cosa che più si notava di lui era il forte attaccamento al lavoro: si faceva un’ora di strada ogni giorno per essere in servizio“. Di fronte alla sua scrivania c’è quella di Emma, l’ultima arriva del team. “Alberto era una persona buonissima. Non so dirle quanto siamo addolorati“. Anche Silvano ricorda la bontà dell’autista. “Non aveva malizia, secondi fini, era un puro – osserva – . Se si dimenticava di pulire un bus diceva ‘hai ragione ho sbagliato, la prossima volta cercherò di fare meglio’“.
“Conoscevo personalmente la famiglia, Alberto era un ragazzo sempre solare e vivace. Quando lo incontravo assieme ai suoi coetanei l’ho sempre notato per la sua voglia di stare in compagnia“. Così Giovanni Zanon, sindaco di Vazzola, il Comune in cui abitava l’autista del pullman dell’incidente di Mestre, Alberto Rizzotto. La famiglia Rizzotto è di Tezze di Piave, Comune di Vazzola, ed è impegnata nella solidarietà e nei servizi parrocchiali. Luigi Rizzotto, padre di Alberto, è stato pilota del 2° Stormo di Treviso.
Al momento non c’è invece alcuna conferma ufficiale sul fatto che Rizzotto fosse vaccinato contro il Covid. In molti stanno legando l’eventualità del malore improvviso agli effetti avversi dei vaccini anti Covid, ma a prescindere dalle speculazioni social con screenshot anonimi di chat whatsapp, non c’è alcuna notizia attendibile sul fatto che Rizzotto fosse vaccinato o meno, anche se l’autista lavorava per quest’azienda da 7 anni e se non si fosse vaccinato durante il periodo del Green Pass non avrebbe potuto lavorare. Quindi è molto probabile che il vaccino lo avesse fatto.