Aumentano ancora i firmatari della World Climate Declaration: per oltre 1800 scienziati “non c’è alcuna emergenza climatica”

Nella World Climate Declaration, oltre 1800 scienziati ed esperti da tutto il mondo sostengono che “non c’è alcuna emergenza climatica”
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Continua a crescere il numero di scienziati ed esperti che firmano la World Climate Declaration (Dichiarazione Mondiale sul Clima), promossa dal Global Climate Intelligence Group (CLINTEL). Secondo quanto comunicato dal gruppo in questi primi giorni di ottobre, “una rete globale di oltre 1800 scienziati e professionisti ha preparato questo messaggio urgente: non c’è alcuna emergenza climatica”. I firmatari sono ora 1808, mentre erano 1609 ad agosto. Questo gruppo di scienziati internazionali ha firmato congiuntamente la dichiarazione in cui negano l’esistenza di una crisi climatica e insistono sul fatto che l’anidride carbonica è benefica per la Terra. “La scienza del clima dovrebbe essere meno politica, mentre le politiche climatiche dovrebbero essere più scientifiche. Gli scienziati dovrebbero affrontare apertamente le incertezze e le esagerazioni nelle loro previsioni sul riscaldamento globale, mentre i politici dovrebbero considerare spassionatamente i costi reali così come i benefici immaginati delle loro misure politiche”, si legge in un passaggio della dichiarazione.

Nel corso del 2023, finora, il maggior incremento dei firmatari della World Climate Declaration arriva dagli USA, con ben 125 esperti e scienziati che hanno deciso di firmare la dichiarazione. Seguono Regno Unito (29), Germania (27), Canada (24) e Italia (20).

La coalizione ha sottolineato che il clima della Terra varia da quando esiste, con il pianeta che ha attraversato diverse fasi fredde e calde. La Piccola Era Glaciale si è conclusa solo nel 1850, affermano. “Pertanto, non sorprende che ora stiamo vivendo un periodo di riscaldamento“, si legge nella dichiarazione. Il riscaldamento sta avvenendo “molto più lentamente” di quanto previsto dal Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC) “sulla base del forcing antropogenico modellato. Il divario tra il mondo reale e il mondo modellato ci dice che siamo lontani dalla comprensione del cambiamento climatico, si legge nella dichiarazione.

“I modelli climatici presentano molte carenze e non sono neanche lontanamente plausibili come strumenti politici”, sostiene il gruppo di firmatari, aggiungendo che questi modelli “esagerano l’effetto dei gas serra” e “ignorano il fatto che arricchire l’atmosfera con CO2 è benefico”. Ad esempio, anche se gli allarmisti climatici definiscono la CO2 dannosa per l’ambiente, la coalizione sottolinea che il gas “non è un inquinante”. L’anidride carbonica è “essenziale per tutta la vita sulla Terra” ed è “favorevole per la natura e il rinverdimento del pianeta”. L’eccesso di CO2 si traduce nella “crescita della biomassa vegetale globale” ed “è vantaggioso anche per l’agricoltura, aumentando i raccolti delle colture in tutto il mondo”.

Le politiche climatiche devono rispettare le realtà scientifiche ed economiche. Non esiste un’emergenza climatica. Non vi è quindi motivo di panico e allarme. Ci opponiamo fermamente alla dannosa e irrealistica politica di zero emissioni di CO2 proposta per il 2050. Puntare sull’adattamento invece che sulla mitigazione; l’adattamento funziona qualunque siano le cause”, affermano gli oltre 1800 firmatari della World Climate Declaration. “Il nostro consiglio ai leader europei è che la scienza dovrebbe impegnarsi per una comprensione notevolmente migliore del sistema climatico, mentre la politica dovrebbe concentrarsi sulla minimizzazione dei potenziali danni climatici dando priorità a strategie di adattamento basate su tecnologie comprovate e convenienti”.

Credere al risultato di un modello climatico significa credere a ciò che i creatori del modello hanno inserito. Questo è precisamente il problema della discussione odierna sul clima in cui i modelli climatici sono centrali. La scienza del clima è degenerata in una discussione basata su convinzioni, non su una solida scienza autocritica. Non dovremmo liberarci dall’ingenua fiducia in modelli climatici immaturi?”, si chiedono i firmatari della dichiarazione.

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