Spettacolo cosmico nel cielo d’autunno: “pioggia” di stelle cadenti questa settimana, ecco quando e come vedere le Orionidi

Ecco quando e come vedere le scie luminose, le condizioni di visibilità saranno favorevoli quest'anno
MeteoWeb

Sta arrivando il momento “clou” per vedere le stelle cadenti d’autunno, lo sciame meteorico delle Orionidi. Di norma attivo dal 26 settembre al 22 novembre, raggiunge il picco il 20-21 ottobre, con circa 20 meteore l’ora. Le condizioni di osservazione sono buone quest’anno poiché la Luna sarà illuminata al 37% al momento del picco. A volte lo sciame produce spettacoli con fino a 80 meteore l’ora, ma negli ultimi anni ha prodotto eventi più modesti, di circa 20 o 30 meteore visibili l’ora.

Lo sciame meteorico delle Orionidi viene prodotto quando la Terra passa attraverso i detriti, il ghiaccio e la polvere lasciati dalla cometa 1P/Halley, più comunemente conosciuta come “cometa di Halley”. Le meteore che sfrecciano in cielo sono tra le più veloci tra gli sciami meteorici noti perché la Terra colpisce il flusso di particelle della cometa di Halley quasi frontalmente. Secondo NASA Science, le Orionidi sfrecciano a 66 km/s.

Orionidi, ecco dove vedere le stelle cadenti

Le Orionidi sono visibili sia nell’emisfero settentrionale che in quello meridionale (meteo permettendo ovviamente). Gli sciami meteorici prendono il nome dalla costellazione da cui sembrano scaturire le meteore, il radiante. Dal punto di vista della Terra, lo sciame meteorico delle Orionidi sembra provenire approssimativamente dalla direzione della costellazione di Orione.

Orione si trova sull’equatore celeste ed è visibile in tutto il mondo. Nell’emisfero settentrionale, Orione si trova nel cielo sud-occidentale (nell’emisfero meridionale è visibile nel cielo nord-occidentale). Le 3 stelle luminose Alnilam, Mintaka e Alnitak che formano la cintura di Orione sono le più facili da individuare.

Non è però necessario guardare direttamente Orione per trovare le meteore, poiché queste stelle cadenti sono visibili in tutto il cielo. Assicuratevi di spostare lo sguardo attorno alle costellazioni vicine poiché le meteore più vicine al radiante hanno scie più brevi e sono più difficili da individuare. In sostanza, puntando lo sguardo solo su Orione si perde la possibilità di vedere le Orionidi più spettacolari.

Per vedere al meglio lo sciame recatevi nel luogo più buio possibile, trovate una posizione comoda e attendete. Non sono necessarie attrezzature come telescopi o binocoli poiché il segreto è osservare quanto più cielo possibile e attendere circa 30 minuti affinché gli occhi si abituino all’oscurità.

Quando vedere le stelle cadenti

Il momento migliore per osservare lo sciame meteorico delle Orionidi è tra mezzanotte e l’alba, quando il radiante dello sciame, la costellazione di Orione, è alto nel cielo. Sono attive dal 26 settembre al 22 novembre secondo l’American Meteor Society e raggiungeranno il picco tra il 20 e il 21 ottobre. Quest’anno la Luna sarà illuminata al 37% nel momento del picco.

Cosa sono le Orionidi

Le Orionidi sono causate dai detriti di ghiaccio e polvere lasciati dalla cometa di Halley quando attraversa il Sistema Solare. Secondo il UK Meteor Network, le meteore che vediamo oggi provengono dai detriti lasciati dalla cometa di Halley centinaia di anni fa poiché l’attuale orbita della cometa non la porta abbastanza vicino alla Terra per produrre meteore. Quando la Terra passa attraverso i detriti della cometa, le “briciole” si riscaldano quando entrano nell’atmosfera terrestre producendo impressionanti “stelle cadenti” che sfrecciano nel cielo. La cometa di Halley impiega circa 76 anni per orbitare una volta attorno al Sole e non entrerà nuovamente nel Sistema Solare fino al 2061.

La cometa prende il nome dall’astronomo inglese Edmond Halley che esaminò i resoconti di comete che si avvicinavano alla Terra nel 1531, 1607 e 1682. Concluse che questi avvistamenti erano tutti della stessa cometa che ritornava più e più volte. Halley predisse che la cometa sarebbe ritornata nel 1758. Anche se non visse abbastanza per vedere il ritorno della cometa, correttamente previsto, in seguito le venne dato il suo nome.

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