Campi Flegrei, zona gialla e zona rossa: cosa prevede il piano di evacuazione

Ecco in cosa consiste il piano di evacuazione della zona dei Campi Flegrei in caso di eruzione
MeteoWeb

Continuano le scosse di terremoto legate al fenomeno del bradisismo nella zona dei Campi Flegrei. Alle 22:08 di ieri, lunedì 2 ottobre, è avvenuta una scossa di terremoto di magnitudo 4, che ha dato origine ad un nuovo sciame sismico. Gli eventi sono molto superficiali e per questo, sono distintamente avvertiti dalla popolazione, che ieri sera, in preda alla paura, si è riversata per strada a Pozzuoli e in alcuni quartieri di Napoli. I continui sciami sismici degli ultimi tempi stanno portando le autorità a parlare del piano di evacuazione: ecco in cosa consiste.

Zona rossa e zona gialla

La mappa del documento comprende un’area che va da Napoli e il litorale partenopeo (da Pozzuoli a San Giovanni a Teduccio) fino ad estendersi man mano lungo l’entroterra dell’hinterland ai territori di Villaricca, Melito o Casavatore. Il “Piano Nazionale Protezione Civile Campi Flegrei” suddivide l’area del vulcano in due zone: una zona rossa e una zona gialla. Della zona rossa, fanno parte 15 località: Monte di Procida, Bacoli, Pozzuoli, alcune municipalità di Napoli (Posillipo, Bagnoli, Chiaia, Fuorigrotta, Vomero, Soccavo, Arenella, Chiaiano, Pianura), Marano di Napoli, Quarto, Giugliano in Campania. In caso di eruzione, la zona rossa, in cui abitano circa 500mila persone, è quella più esposta all’invasione dei flussi piroclastici, pericolosissime e veloci nubi incandescenti di magma e gas. In caso di allarme, in quest’area l’evacuazione preventiva è l’unica misura da adottare per la salvaguardia delle persone.

Della zona gialla, invece, fanno parte i comuni di Villaricca, Calvizzano, Mugnano di Napoli, Melito di Napoli, Casavatore, parte di Marano di Napoli e altri 24 quartieri del capoluogo. In caso di eruzione, quest’area, in cui vivono circa 800mila persone, sarebbe esposta alla ricaduta delle ceneri vulcaniche. Qui potrebbero essere necessari degli allontanamenti temporanei di una parte dei residenti, soprattutto per quelli residenti in edifici resi vulnerabili o poco accessibili dall’accumulo del materiale caduto.

Quattro livelli di allerta

Il Piano Nazionale Protezione Civile Campi Flegrei prevede quattro diversi livelli di allerta. I quattro livelli – verde, gallo, arancione e rosso – descrivono lo stato di attività del vulcano e scandiscono il tempo che precede una possibile ripresa dell’attività eruttiva. È prevista una fase di ‘preallarme’, in cui le persone che vogliono allontanarsi possono farlo ma solo autonomamente. Potranno trasferirsi presso una sistemazione alternativa ricevendo un contributo economico da parte dello Stato.

Cosa fare in zona rossa

L’allontanamento dalla zona rossa è previsto solo in caso di allarme. Se dovesse essere diramato, la popolazione interessata avrebbe 72 ore per abbandonare la zona in modo autonomo o assistito. Il piano indica le seguenti fasi:

  • nelle prime 12 ore, i residenti hanno il tempo di prepararsi e le autorità di predisporre le misure necessarie per la regolazione del traffico
  • nelle successive 48 ore, i Comuni gestiscono la partenza, per tutti in contemporanea, e il cronoprogramma degli spostamenti così come stabilito dai piani comunali. Il traffico sarà regolato con l’attivazione di cancelli che cadenzeranno l’uscita dalla zona rossa
  • previsto un margine di 12 ore, nel caso in cui insorgessero eventuali criticità e per far allontanare gli operatori del sistema di Protezione Civile.

La mappa fornita dal dipartimento della Protezione Civile riporta anche dei quadratini blu e dei tondini verdi. I quadratini blu rappresentano le “aree di attesa” per ognuna delle 15 località, mentre i tondini verdi segnalano le “aree di incontro”. La popolazione assistita sarà trasportata dalle aree di attesa alle aree di incontro con pullman messi a disposizione dalla Regione Campania. Successivamente, verrà spostata nei “Punti di prima accoglienza” nei luoghi di gemellaggio in tutto il Paese attraverso bus, treni o navi.

Per i residenti che si sposteranno in modo autonomo, il piano stabilisce alcuni percorsi obbligatori. Anche questi residenti potranno scegliere tra la sistemazione offerta dallo Stato tramite un gemellaggio, oppure preferire un contributo di autonoma sistemazione da utilizzare nell’alloggio alternativo.

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