Il terremoto magnitudo 4.0 che ha scosso Pozzuoli e Napoli ieri sera ha dato il via ad un nuovo sciame sismico nell’area dei Campi Flegrei, seguito da terremoti di intensità molto inferiore. “Si tratta di un nuovo sciame iniziato contestualmente alla scossa più forte“, ha spiegato all’ANSA Roberto Isaia, dell’Osservatorio Vesuviano INGV. “Le energie in gioco stanno aumentando, ma non c’è ancora nessun segnale di risalita del magma in superficie, anche se non si può escludere che a diversi chilometri di profondità non ci sia qualche movimento di piccole quantità di magma“.
L’evento sismico di ieri sera è stato è il più forte da quello magnitudo 4.2 avvenuto alle 03:35 lo scorso 27 settembre, nell’ambito dello sciame sismico iniziato alle 05:06 del 26 settembre, in cui si sono verificati 88 eventi. Da allora sono stati individuati diversi sciami, una distinzione convenzionale, in base a una soglia di ore stabilita. La breve durata delle sequenze è tipica delle aree vulcaniche: “La dinamica in gioco è molto diversa da quella che caratterizza i terremoti che avvengono sull’Appennino, per esempio,” ha proseguito l’esperto INGV. “L’attività sismica che prosegue ormai da diverso tempo è dovuta alla rottura delle faglie dove sta avendo luogo la deformazione del suolo a causa della pressione esercitata dal gas in risalita,” ha concluso Isaia.
“E’ concluso lo sciame sismico iniziato alle 20:08 del 2 ottobre e costituito in via preliminare da 35 terremoti” localizzati nell’area dei Campi Flegrei e con una magnitudo fino a 4.0: l’aggiornamento è stato comunicato dalla sezione di Napoli dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV. L’accertamento è stato trasmesso alla Protezione civile regionale, alla Prefettura di Napoli, oltre che alle diverse amministrazioni comunali dell’area, da Pozzuoli a Marano, Procida e Quarto, Giugliano e Bacoli.