“Riflettiamo: la frana, la sparizione, nel nulla, di un ambiente, di un territorio, di tante persone. La cancellazione della vita. Sono tormenti che, tuttora, 60 dopo, turbano e interrogano le coscienze“: è quanto ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante la cerimonia di commemorazione delle vittime a 60 anni dalla tragedia del Vajont. “Il generale Giampaolo Agosto, allora giovane ufficiale del VI Reggimento artiglieria da montagna, intervenuto con gli uomini al suo comando, nelle ore immediatamente successive alla tragedia, ha ricordato, in queste settimane, che i suoi soldati, di fronte a tanto orrore, avevano gli occhi fissi nel vuoto. Vogliamo sforzarci, oggi, di immaginare di specchiarci anzitutto negli occhi di coloro che non ci sono più; che, quando giunsero gli alpini, non c’erano più. Negli occhi dei soccorritori. Negli sguardi severi dei sopravvissuti. Negli occhi di chi oggi è, qui, depositario di questi territori. Per poter dire che la Repubblica non ha dimenticato“.
“Occuparsi dell’ambiente, rispettarlo, è garanzia di vita,” ha evidenziato il Capo dello Stato. Si è al Vajont “per poter dire che – come ha esortato il presidente Zaia – riuscire ad assicurare condizioni di sicurezza e garanzia di giustizia – come richiede il buon governo – rimane obiettivo attuale e doveroso nella nostra società. Perché occuparsi dell’ambiente, rispettarlo, è garanzia di vita“. “Per evitare atteggiamenti di indifferenza, di presunzione, di superiorità rispetto ai segnali della natura. Pagati qui a così caro prezzo. Per non capitolare a quello che il presidente Fedriga ha definito ‘desiderio cieco dell’uomo di piegare la natura a proprio piacimento al fine di ottenere il massimo profitto’“. “A un intervento dell’uomo che si traduce in prevaricazione, corrisponde la violenza della natura,” ha evidenziato Mattarella.