Dall’esaurimento falde acquifere ai detriti spaziali: allerta ONU sulle minacce al pianeta

L'ONU evidenzia sei minacce che potrebbero ribaltare i sistemi essenziali per la vita umana sulla Terra
MeteoWeb

Scioglimento dei ghiacciai, caldo insopportabile, crisi dei sistemi assicurativi e detriti spaziali. A un mese dalla COP28, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, un nuovo rapporto dell’Università delle Nazioni Unite mette in guardia da sei minacce che potrebbero ribaltare i sistemi essenziali per la vita umana. Secondo lo studio, la Terra è sempre più vicina a “punti critici di rischio” che danneggiano la nostra capacità di affrontare il cambiamento climatico, lanciando di fatto un appello ai leader mondiali che a fine novembre parteciperanno alla COP28 negli Emirati Arabi Uniti. “Danneggiando la natura e la biodiversità, inquinando sia la Terra che lo spazio, ci stiamo pericolosamente dirigendo verso molteplici punti critici di rischio, che potrebbero distruggere i sistemi da cui dipendono le nostre vite”, ha dichiarato Zita Sebesvari, autrice principale del rapporto.

Questo nuovo rapporto, stilato dal ramo accademico dell’ONU, propone di creare una nuova categoria, chiamata “punti critici di rischio”, concentrandosi sull’interazione tra la natura e i sistemi costruiti dagli esseri umani. Uno di questi, ad esempio, è il sistema di approvvigionamento idrico e alimentare. Finora viene regolarmente utilizzato dagli scienziati il concetto di punto di non ritorno climatico, quando fanno riferimento al collasso della calotta glaciale della Groenlandia, alla distruzione della foresta amazzonica o alla scomparsa di specie animali che svolgono un ruolo chiave nel loro ecosistema. In realtà, avvertono gli studiosi, ci sono alcuni rischi citati meno spesso nelle discussioni sul clima, che però devono essere presi in considerazione in modo serio in quanto pericolosi per il futuro dell’umanità.

Uno di questi, rivela il rapporto, è l’accumulo di detriti spaziali che minacciano di creare collisioni a catena, in grado di rendere l’orbita terrestre inutilizzabile per i nostri satelliti, molti dei quali servono ad avvisarci dei disastri meteorologici. Un’altra minaccia impellente è il sistema assicurativo: con il moltiplicarsi dei disastri, i loro prezzi stanno aumentando e alcuni assicuratori si ritirano addirittura da alcune aree, lasciando le popolazioni senza rete di sicurezza. Un rischio meno segnalato è l’esaurimento delle acque sotterranee, utilizzate principalmente per l’agricoltura, al fine di compensare la mancanza d’acqua durante i periodi di siccità. In Arabia Saudita questi ‘pozzi’ sono già prosciugati, rileva il rapporto, e anche l’India è vicina al punto critico.

Gli autori propongono, inoltre, un nuovo approccio per analizzare le possibili risposte a queste crisi, classificandole in due categorie: soluzioni volte a evitare le cause del problema e quelle di adattamento di fronte a cambiamenti inevitabili. Ognuna di queste soluzioni può anche inserirsi nel sistema esistente o cercare di trasformarlo. Secondo il rapporto, le soluzioni messe in atto oggi mirano principalmente a ritardare i punti critici, piuttosto che a reinventare i sistemi operativi, come invece auspicato.

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