Ennesima stagione di sofferenza per i ghiacciai nel Parco Nazionale Gran Paradiso: il Grand Etrèt in Valsavarenche, monitorato dai guardaparco, ha perso uno spessore medio di 2,7 metri di ghiaccio rispetto lo scorso anno con una riduzione della propria superficie di oltre due ettari, pari a quella di tre campi da calcio. Il bilancio 2022-2023 (- 2386 mm w.e.) costituisce il secondo peggior valore della serie storica (con un valore più del doppio del dato medio 2000-2022 di -986 mm w.e.), e risulta migliore solamente del dato record (in negativo) dello scorso anno (-3662 mm w.e.). Rispetto al 2022 la superficie glaciale ha subito una contrazione di circa il 9%, e del 62% dal 1999, anno in cui sono iniziate le misurazioni. I dati sono stati diffusi oggi dall’Ente Parco.
Le scorte di neve accumulate grazie soprattutto alle abbondanti precipitazioni nevose del mese di maggio si sono completamente esaurite tra luglio ed agosto e non sono state sufficienti, come si temeva, a proteggere il ghiacciaio dalla radiazione solare: la fusione si è rivelata importante presso tutte e cinque le paline installate sul ghiacciaio, con valori compresi tra i 460 ed i 192 cm di ghiaccio persi, viene spiegato in una nota.
Le temperature si sono mantenute elevate lungo tutto il corso dell’estate (salvo qualche giorno più fresco all’inizio di agosto) e solo la nevicata del 28 agosto, con l’apporto sopra i 2400 m di quota di diversi centimetri di neve, ha permesso un rallentamento della fusione ricoprendo il ghiacciaio per parecchi giorni.
Una misurazione intermedia effettuata il 9 agosto ha consentito di appurare il ritmo medio di fusione di ghiaccio fino al 20 settembre (42 giorni di fusione): tale trend varia dai 4,7 cm/giorno presso la palina I sita a 2.750 m di quota ai 3,4 cm/giorno presso la palina V sita a 3.025 m di quota. Inoltre un secondo sopralluogo avvenuto il 17 agosto presso la sola palina I ha permesso di valutare il trend di fusione giornaliero nel settore più basso del ghiacciaio durante uno dei periodi più caldi dell’estate: in soli 8 giorni di fusione sono scomparsi 62 cm di ghiaccio, al ritmo impressionante di quasi 8 cm al giorno.
“L’impatto del cambiamento climatico è evidente”, spiega il guardaparco Alberto Rossotto, responsabile del team di monitoraggio dei ghiacciai, “segni della sofferenza del corpo glaciale sono stati documentati nel corso del rilievo: assenza di neve residua, grosse bédières attive, presenza di detriti di frana, mulini glaciali, collasso di porzioni di ghiaccio, ma soprattutto l’apertura di una grossa grotta glaciale in visibile espansione, con piccolo laghetto sottostante, poco sopra la zona della fronte”.