Intelligenza artificiale: decifrata la prima parola di un rotolo di Ercolano bruciato dal Vesuvio

Una parola greca che significa viola è stata la prima ad essere decifrata da un papiro carbonizzato quasi 2mila anni fa a Ercolano, nell'eruzione del Vesuvio
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Grazie all’intelligenza artificiale, è stato possibile leggere la prima parola contenuta in un papiro carbonizzato quasi 2mila anni fa a Ercolano, nell’eruzione del Vesuvio: si tratta di una parola greca che significa viola. Autori della scoperta, riferita dal Guardian, sono gli scienziati dell’Università del Kentucky che hanno partecipato ad una sfida lanciata da investitori della Silicon Valley. Questi avevano messo in palio premi in denaro ai ricercatori che per primi sarebbero riusciti a decifrare parole leggibili sugli antichi rotoli del 79 d.C., di cui centinaia sono andati in fumo nella biblioteca di una villa di lusso della città romana di Ercolano, sepolta sotto cenere e pomice. Battezzata “Sfida del Vesuvio”, la gara ha permesso di recuperare un primo testo dai rotoli intatti e arrotolati, che secondo il Professor Brent Seales, direttore dell’iniziativa di restauro digitale presso l’Università del Kentucky, rappresentano un “potenziale tesoro per gli storici”.

I rotoli non aperti appartengono a una collezione detenuta dall’Institut de France di Parigi e sono tra le centinaia recuperate dalla biblioteca della villa che si ritiene fosse di proprietà di un anziano statista romano, forse Lucius Calpurnius Piso Caesoninus, il suocero di Giulio Cesare. Nel lanciare la “Sfida del Vesuvio”, Seales e il suo gruppo hanno rilasciato migliaia di immagini a raggi X 3D di due rotoli, tre frammenti di papiro e un programma di intelligenza artificiale che avevano addestrato a leggere le lettere nei rotoli in base ai sottili cambiamenti apportati dall’antico inchiostro alla struttura del papiro.

A identificare la prima parola del rotolo è stato Luke Farritor del Nebraska, che ha vinto 40mila dollari, seguito da Youssef Nader a Berlino, premiato con 10mila dollari. La seconda parte della gara consiste ora nell’individuare le parole successive, contenute nelle tre righe del rotolo, diventate leggibili grazie alla nuova tecnologia di intelligenza artificiale.

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Credit: University of Kentucky

L’importanza dei rotoli di Ercolano

Gli studiosi hanno un immenso interesse per i rotoli di Ercolano, contenuti nell’unica biblioteca intatta sopravvissuta dall’antichità. La maggior parte dei testi analizzati finora – in particolare dagli esperti in papiri dell’Università di Napoli Federico II – sono scritti in greco antico, ma alcuni potrebbero essere in latino. Frammenti hanno rivelato lettere dell’opera di Filodemo sui vizi e le virtù opposte e dettagli sulla storia dinastica ellenistica.

Questa parola – viola – è la nostra prima immersione in un libro antico non aperto, evocativo di regalità, ricchezza e persino derisione”, ha commentato Seales. Tra i riferimenti al colore viola, gli studiosi citano la storia naturale Plinio il Vecchio, in cui esplorava il “viola” come processo di produzione della porpora di Tiro dai crostacei. “Il forte sospetto è che la parte non filosofica della biblioteca resti da scoprire, e qui la fantasia si scatena: nuove opere di Sofocle, poesie di Saffo, gli Annali di Ennio, libri perduti di Tito Livio e così via“, ha prospettato Robert Fowler, Professore emerito di greco all’Università di Bristol. Tra i rotoli recuperati, ci potrebbero essere anche cosiddetti papiri documentari, quali lettere e documenti commerciali.

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