Musumeci: “superare approccio emergenziale della Protezione Civile, lavorare sulla prevenzione”

Musumeci: “bisogna lavorare e utilizzare le risorse destinate per mettere in sicurezza un territorio particolarmente fragile”
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“Dobbiamo superare l’approccio emergenziale della Protezione Civile. Il sistema in Italia in questi 40 anni è stato costruito sui disastri. Protezione significa proteggere le persone e i beni da eventuali potenziali rischi. Non possiamo arrivare sempre dopo che il danno è fatto. Il danno si può evitare? No. Esiste il rischio zero? No. Ma possiamo mitigarne, ridurne gli effetti della calamità. E questo significa la prevenzione“. Lo ha detto Nello Musumeci, Ministro per la Protezione Civile e per le politiche del mare, intervenendo alla seconda edizione de “L’Italia delle Regioni”, il festival nazionale della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

In Italia non si fa prevenzione – ha ammonito Musumeci -. Gli italiani non sono pronti alla cultura della prevenzione. Credo che serva alla Protezione Civile assumere una più netta dimensione legata alla Protezione Civica e dunque alla prevenzione. Non più non strutturale, che va fatta e anche bene, ma serve anche una prevenzione strutturale. E non c’entra il cambiamento climatico. Che ha solo accentuato una condizione che esisteva già dal dopoguerra. Io credo che la Protezione Civile debba prevenire e gestire l’emergenza“.

Per quanto riguarda la Protezione Civile, il codice parla chiaro: le Regioni hanno potestà concorrente con lo Stato, quindi anche su questo fronte nessuno mette in discussione il potere delle Regioni. In caso di inadempienza delle opere ritenute prioritarie per la messa in sicurezza del territorio, lo Stato interviene con i poteri sostitutivi. Siamo convinti che ci sia sufficiente responsabilità fra le Regioni e gli enti locali per comprendere che bisogna lavorare anche presto e utilizzare le risorse destinate per mettere in sicurezza un territorio particolarmente fragile, ed evitare che la ricostruzione debba diventare la parola d’ordine. Dobbiamo lavorare sulla prevenzione“, ha detto ancora Musumeci.

Il 60% del territorio nazionale è a rischio terremoto, non sappiamo quanti edifici di un determinato nucleo urbano resisterebbero ad una significativa sollecitazione sismica. Io immagino lo Stato arbitro e le Regioni giocatori, perché nessuno più delle Regioni conosce la realtà del proprio territorio, delle sue vulnerabilità, ma è compito dello Stato poi definire i criteri generali ai quali ogni regione deve improntare la propria azione”, ha detto ancora Musumeci. “Sono d’accordo sullo snellimento delle procedure e sulla pianificazione delle risorse – ha poi aggiunto – Se dipendesse soltanto da me, il 40% delle risorse dell’Fsc lo destinerei alla messa in sicurezza del territorio, è il tema numero uno: si parla di diritto alla vita, alla sicurezza”. Inoltre, “va appropriata la comunicazione, perché la gente non sa di vivere su un territorio a rischio“.

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