I punti quantici, la cui scoperta è stata premiata con il Nobel della Chimica 2023, hanno “un futuro importante“, nel quale sono “destinati a essere protagonisti in molti settori, dalle tecnologie per le comunicazioni ai dispositivi fotovoltaici ai display e, in medicina, per lo sviluppo di nuovi sistemi diagnostici“: è quanto ha affermato Lidia Armelao, direttrice del dipartimento di Chimica e materiali del Consiglio Nazionale delle Ricerche. I vincitori del premio “sono un punto di riferimento nella ricerca in questo ambito“, anche per i tanti ricercatori che in Italia lavorano sui punti quantici, in molti laboratori del CNR e in molte università. “L’Italia ha un’ottima squadra di ricerca: molti gruppi studiano quantum dot di dimensioni diverse e le loro applicazioni,” ha evidenziato l’esperta. I punti quantici “sono uno dei principali risultati delle cosiddette nanotecnologie: si tratta di particelle di materiali semiconduttori con dimensioni nanometriche“, dove un nanometro corrisponde a un milionesimo di millimetro, o un miliardesimo di metro. “Queste ridotte dimensioni permettono di sfruttare proprietà quantistiche che vengono meno passando a dimensioni maggiori. In particolare, i punti quantici hanno la capacità di emettere luce a specifiche lunghezze d’onda. Il colore emesso può essere variato semplicemente variando di pochi nanometri la loro dimensione e senza variare la loro composizione“.