Una super eruzione dei Campi Flegrei, combinata a una grave crisi climatica, decretò circa 40.000 anni fa la scomparsa delle prime popolazioni umane giunte in Europa dall’Africa, aprendo così la strada all’arrivo dei primi uomini moderni che si insediarono in modo permanente. Il loro identikit è stato delineato dai ricercatori del Centro nazionale per la ricerca scientifica francese (Cnrs), analizzando il DNA estratto dai frammenti di due crani ritrovati in Crimea e risalenti a 36.000-37.000 anni fa. I risultati sono pubblicati sulla rivista Nature Ecology & Evolution.
Le analisi hanno evidenziato come questi primi umani moderni insediati stabilmente in Europa avessero una certa somiglianza genetica con le popolazioni associate alla cultura gravettiana, che ha prosperato nell’Europa sudoccidentale tra 31.000 e 23.000 anni fa, diventando celebre per le sue iconiche statuette di figure femminili note come ‘Veneri’. Nello stesso sito di Buran Kaya III, in Crimea, dove sono stati recuperati i due crani, sono stati trovati anche strumenti di pietra che ricordano alcuni manufatti della cultura gravettiana. I ricercatori hanno quindi dedotto che gli individui esaminati hanno contribuito sia geneticamente che tecnologicamente alla popolazione che ha dato origine a questa civiltà circa 5.000 anni dopo.