I principali enti pubblici di ricerca e le università di Abruzzo, Marche e Molise, al lavoro insieme nel Consorzio HPC4DR (High Performance Computing for Disaster Resilience), un progetto volto alla riduzione del rischio di catastrofi e disastri naturali o antropogenici attraverso l’uso di un’infrastruttura tecnologica di calcolo ad alte prestazioni, con tanto di utilizzo di supercomputer e di intelligenza artificiale. Il Consorzio è stato presentato oggi, in occasione della Giornata internazionale per la riduzione del rischio di disastri, in un incontro al rettorato dell’Università dell’Aquila. “Abbiamo sperimentato direttamente – ha detto il rettore Univaq Edoardo Alesse – cosa vuole dire resilienza e ricostruzione dopo un disastro naturale, di cui, arrivando a L’Aquila, avrete notato ancora i segni. Oltre all’interdisciplinarietà, ritengo che sia fondamentale l’aspetto di cross-regionalità dei territori coinvolti dal Consorzio”.
Lelio Iapadre, docente dell’ateneo aquilano e Presidente del Consorzio, ha poi illustrato i passaggi e le motivazioni che hanno spinto alla realizzazione di HPC4DR. “Il Consorzio – ha detto – si propone di mettere a disposizione della comunità internazionale il patrimonio di esperienze e competenze accumulato nei sistemi territoriali delle tre regioni in cui opera per quanto riguarda la resilienza ai disastri naturali e antropogenici. L’organizzazione delle ricerche – ha aggiunto – è simile a quella di una catena del valore, in cui a monte si trovano le analisi scientifiche volte a valutare probabilità e pericolosità dei disastri, come input utili per la valutazione della vulnerabilità e dell’esposizione dei territori, per la preparazione e la gestione delle emergenze di protezione civile e per i processi di ricostruzione materiale e immateriale”.
Il Consorzio riunisce i principali enti pubblici di ricerca (CNR, INAF, INFN, INGV) e otto università delle regioni Abruzzo, Marche e Molise. “Ci è sembrato naturale – ha detto poi la rettrice Gssi – viste le esperienze vissute con le vicende che hanno colpito il Centro Italia e la localizzazione dei centri di ricerca e delle università coinvolte, pensare di realizzare un centro nazionale in cui i temi dei disastri naturali e del rischio di catastrofi fossero centrali”.
L’infrastruttura tecnologica di calcolo ad alte prestazioni (centro High Performance Computing – HPC) di cui sia avvarrà il Consorzio è resa disponibile dai Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS) dell’INFN ed è costituta da 400 macchine di calcolo cedute al Consorzio dal CINECA, uno dei maggiori centri di calcolo in Italia, alle quali sono state aggiunte risorse di storage e apparati di rete finanziati dai Laboratori Nazionali del Gran Sasso: ad oggi circa 100 di questi server sono stati installati e configurati, e costituiscono il primo nucleo di risorse di calcolo operativo e reso disponibile per una fase di test.
“Il coinvolgimento dei LNGS nel programma di sviluppo del consorzio HPC4DR è la dimostrazione di come nella ricerca fondamentale si possano sviluppare applicazioni in differenti campi multidisciplinari utili per la salvaguardia e la sicurezza della popolazione”, afferma Ezio Previtali, direttore dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso e vice Presidente del Consorzio HPC4DR. “Più in generale, riteniamo molto importante che un centro di calcolo avanzato possa mettere in contatto tecniche, realtà scientifiche e, potenzialmente, anche realtà imprenditoriali differenti al fine di sviluppare metodologie di elevato impatto per la società”.
In questi ultimi due anni, i Laboratori Nazionali del Gran Sasso si sono affermati sempre più come infrastruttura strategica di calcolo avanzato grazie a una serie di progetti che hanno portato ingenti risorse sia economiche sia di personale. Il centro HPC dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso è, infatti, stato inserito nel Centro Nazionale di Ricerca in HPC, Big Data e Quantum Computing ICSC”, progetto finanziato dal PNRR. Il nodo dei LNGS ha ottenuto un finanziamento di 5 milioni di euro per ampliamenti e adeguamenti dell’infrastruttura del centro, oltre che per ulteriori risorse di calcolo.
“Grazie all’inserimento del centro di calcolo dei LNGS in ICSC – commenta Claudio Grandi, tecnologo dell’INFN e co-responsabile del gruppo che gestisce l’infrastruttura (Spoke 0) di supercalcolo di ICSC – è stato possibile trovare le risorse per portare a compimento il progetto di HPC4DR, che è nato anni fa con finalità ambiziose che sarà oggi possibile perseguire. Possiamo quindi essere confidenti che il centro di calcolo di HPC4DR ai LNGS sarà in grado di far fronte alle necessità del Consorzio”.
Nel nuovo datacenter saranno installati server particolarmente performanti e adatti al calcolo con tecniche di machine learning e intelligenza artificiale. Il Centro Elaborazione Dati sarà inoltre dotato di moderni sistemi di alimentazione elettrica e raffreddamento, e di sistemi di monitoraggio e generazione di allarmi per garantire la continuità operativa del centro di calcolo messo a disposizione del Consorzio HPC4DR.
“La realizzazione del potenziamento del centro di calcolo dei LNGS ha richiesto e richiederà un grande impegno ma costituisce una formidabile opportunità di crescita per i Laboratori Nazionali del Gran Sasso”, spiega Sandra Parlati, responsabile del Servizio Calcolo e Reti dei LNGS e referente scientifico per il centro HPC ai LNGS. “Questo progetto è una sfida stimolante in cui l’esperienza consolidata del personale del Servizio Calcolo e Reti e l’entusiasmo dei giovani tecnologi e tecnici reclutati all’interno del Centro Nazionale ICSC sono fattori determinanti per il raggiungimento degli obiettivi. Mi fa piacere inoltre sottolineare la presenza di un consistente numero di donne nello staff, che dimostra un crescente interesse per le tematiche STEM”, conclude Parlati.