In Afghanistan è corsa contro il tempo in seguito ai recenti terremoti, cercando di assistere la popolazione prima dell’arrivo dell’inverno e delle temperature gelide. Diverse scosse, tra cui eventi magnitudo 6.3, hanno colpito il territorio di Herat, causando vittime e devastazione. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, questi terremoti hanno colpito alcune delle comunità più vulnerabili dell’Afghanistan, che già si trovavano a fronteggiare decenni di conflitto e sottosviluppo. Nel frattempo, le temperature notturne si sono notevolmente abbassate, mentre molte persone sono costrette a dormire all’aperto, in quanto temono che gli edifici possano crollare.
Secondo le stime delle organizzazioni umanitarie, più di 3.300 case sono state distrutte, 2.100 sono gravemente danneggiate e 1.700 sono moderatamente danneggiate. I terremoti hanno influito direttamente sulla vita di 43.000 persone. Anche le infrastrutture hanno subito danni di diversa entità.
L’ONU riporta che attualmente 15 milioni di persone, corrispondenti a un terzo della popolazione dell’Afghanistan, non sanno come garantirsi il prossimo pasto. Philippe Kropf, portavoce del Programma alimentare mondiale in Afghanistan ha visitato i villaggi colpiti dopo le prime scosse sismiche della scorsa settimana e ha sottolineato come questo dramma si inserisca in un contesto di quasi 40 anni di conflitto quasi ininterrotto, alti livelli di insicurezza alimentare, 5 anni di siccità o condizioni simili alla siccità, e una recessione economica che, da 2 anni, ha eroso mezzi di sussistenza e posti di lavoro.